Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1266>
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Ranieri Mario Cossàr
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L'anno di prova per il segretario comunale, l'ex imperialregio ascoltante giudiziario Giovanni Simsig, eletto nella seduta del 17 novembre del 1866, era spirato per cui, tenuto conto del servizio prestato, doveva venire licenziato oppure riconfermato in carica.
A nulla valsero gli sforzi del Favetti per riottenere in allora il suo posto perduto, ma forse una comunicazione del direttore di polizia in Trieste alla presidenza del consiglio dei ministri sezione polizia del 30 dicembre di quell'anno, ci illumina su di un dietroscena, che solo il Favetti intuì.
3714. Giusta le informazioni oggi avverrà la nomina di un segretario comunale in Gorizia.
Da quanto mi si comunica in via confidenziale, il deputato al consiglio dell'im­pero Payer di Gorizia da poco ritornato da Vienna, dopo aver appreso che un certo partito era intenzionato di rieleggere l'ex segretario municipale Carlo Favetti, convinse i membri più ragguardevoli dello stesso di desistere di ciò, poiché una rielezione del Favetti non avrebbe portato nessun vantaggio, ma invece soltanto danno al comune.
Con ciò aveva inizio quella scissura del partito goriziano italiano, tanto desiderata dall'Austria, in paieriani e favettiani, moderati i primiv spinti i secondi, della cui sorda lotta dovevano approfittare i conservatori, rappresentati dalla nobiltà austriaca, e gli slavi, per guadagnare delle posizioni a tutto svantaggio dell italianità di Gorizia in particolare e del Goriziano in generale.
Ma di questa rielezione ecco ciò che scriveva II Cittadino, qualche tempo appresso:
Nel decorso dicembre, spirava l'anno di prova dell'attuale segretario municipale, e la maggioranza del consiglio comunale aveva in mente di portare a quel posto l'ex segretario Carlo Favetti, che lo aveva perduto nel 1866 per condanna di alto tra­dimento, e che ridonato alla libertà nel febbraio 1867 ebbe cancellate tutte le conse­guenze legali del suo crimine per l'amnistia sovrana del 21 giugno.
I consiglieri che propendevano pel Favetti. erano ben lontani dal fare della sua nomina oggetto di dimostrazione politica. Essi avevano di mira unicamente l'interesse del comune, e pensavano, che se il Favetti era riabilitato innanzi la legge, doveva esserlo tanto più pel Comune a cui per sedici anni aveva prestato ottimi servigi. Si considerava inoltre, che il Favetti dopo la sua liberazione non aveva dato al governo motivi di censura, e ch'egli, privo di sostanze e di speciale professione, versava colla sua famiglia, con moglie e nove figli, in condizioni economiche assai critiche.
Ma il governo non la pensava così. Il consigliere di luogotenenza barone de Rubeole, dirigente l'ufficio di polizia e commissario imperiale presso il consiglio comunale, chiamò presso di sé ad uno ad uno i consiglieri comunali, e spiegò ai medesimi, che il governo riconosceva nel consiglio il diritto di nominare al posto di segretario il Favetti, perchè l'amnistia era un fatto, e perone ila nomina, stando allo statuto comunale,