Rassegna storica del Risorgimento

GORIZIA
anno <1938>   pagina <1272>
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Ranieri Mario Cossàr
Anche H pregiudicato Italianissimo Tommaso Luciani, al quale si riferisce la mia comunicazione dell' 1 di questo mese N. 230 Ris., si trova ancora sempre qui. Prima della sua venuta a Trieste si trattenne il Luciani, come ho già riferito, alcuni giorni in Capodistria presso Nicolò Madonjzza, padre del garibaldino Pietro de Mado-ruzza, e fece agli Italianissimi di colà delle visite. Ai 25 dell'altro mese pranzò là in casa del Podestà dott. Francesco de Combi, ove si trovava pure l'ultimo figlio, il noto emigrato dott. Carlo de Combi. Alla sera, poi, diedero i noti Italianissimi di colà una cena in onore del Luciani nella stanza separata della locanda e Alle due spade.
Io mi permetto di richiamare la speciale attenzione sui movimenti di questi noti individui nemici del governo,, giacché si può orizzontarsi appunto da queste notizie e con questi dati positivi per avere la convinzione morale, ch'essi, con le loro macchi­nazioni, mirino a preparare il terreno politico di queste province e del loro smembra­mento dal nesso della monarchia austriaca, per l'incorporazione al regno d'Italia.
Il direttore Krauss, comunicava allo stesso ministero, in data 28 febbraio anche questa notizia, dalla quale chiaramente apparisce la scissura nell'elemento italiano di Gorizia, da noi già accennata.
N. 445 Ris. Come si apprende devono essere state prese a sassate le finestre del neonominato consigliere d'appello e podestà di Gorizia (dott. Luigi de) Visini e al deputato di Gorizia al Consiglio dell'Impero (dott. Luigi) Pajer.
Oggi, come qui mi si racconta, vennero successivamente frantumate le finestre, col lancio di sassi, anche al pregiudicato pensionato ex segretario comunale Carlo Favetti.
Quale causa della dimostrazione contro i due primi menzionati viene asserito, che il partito italiano abbia voluto manifestare il suo biasimo perchè gli stessi non appartengono più al partito, mentre che la dimostrazione contro il Favetti sia stata provocata dai benpensanti.
Ormai la guerra alla macchia, iniziatasi nel 1866 subito dopo l'ar­resto di Carlo Favetti, a base di tergiversazioni e di atteggiamenti prudenti in apparenza, ma contrari in sostanza, era dichiarata aperta­mente, e forse fu un bene.
Nel 1868 si erano buttate le basi della Società goriziana di ginna­stica, scherma e canto , che doveva diventare in seguito la fucina più attiva per forgiare l'anima ed il corpo dei giovani per il sacro ideale della patria. Non è senza una viva commozione che noi verghiamo queste righe sulla società, dove passammo le ore più belle della nostra giovinezza, ripensando al nostro amato maestro Carlo Felice Favetti, che di noi tutti voleva fare degli atleti per servire l'Italia, con la mente e col braccio* I motti, a lettere cubitali sulle pareti della palestra, dovevano sempre ricordarci, anche nell'esecuzione degli esercizi più faticosi alla sbarra fissa, che: Volere è potere e una Mente sana in corpo sano erano le migliori doti per continuare l'azione italiana, ereditata dagli avi.