Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI COMUNALI
anno <1938>   pagina <1280>
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Guido Vicenzoni
manca ogni rubrica; quello di Nerviano, che si inizia con editti del 1665; di Brinzio (Varese) del 1695, ecc.
In qualche caso l'accenno al materiale archivistico esistente, venne, nella scheda, rischiarato da un ricordo patriottico, da un significante episodio, descritto con evidenza nella realtà storica.
Per esempio, alle domande se nel paese esistono cimeli del Risor­gimento, il Podestà di Castello Cambi aglio, in quel di Varese, risponde:
Nel 1848, e precisamente il 25 agosto, Garibaldi lasciato Medici ad Arcisate, con ordine di molestare il nemico, era passato dalla Valganna alla Valcuvia, soffer­mandosi a Cabiaglio; quindi venne ricevuto dalla popolazione con bandiera tricolore del Comune, che già era stata apprestata, e con la quale l'eroe fu accolto e salutato. Poi, mutate le sorti della Lombardia, il glorioso vessillo, che era fiamma d'italianità, dovette esser tolto e celato. Furono allora scuciti e separati i tre drappi che lo for­mavano, e affidati a tre fanciulle, che li serbarono gelosamente. L'asta si nascose nel cavo tronco di un albero. Soltanto dopo la pace di Villafranca, che undici anni dopo segnava la liberazione della Lombardia, quella bandiera rivide la luce, sma­gliante nei tre colori ricongiunti. Ora tale bandiera in seta, lacera per il lungo uso, si conserva in Municipio, nell'apposita custodia, dove le generazioni future potranno sempre ammirarla, memori degli eroici caduti per l'indipendenza d'Italia.
Anche Melegnano, la fiorente borgata, che ora si approssima a 10.000 abitanti, e che ha per sede la più bella delle residenze munici­pali della Lombardia (quel castello Sforzesco, poi dei Medici di Mali­gnano, il cui scalone è accessibile a cavallo sino al piano superiore), ha fatto pervenire alla presidenza del Comitato, delle informazioni che dagli studiosi saranno apprese col più vivo interesse.
Il nostro archivio nota' il Podestà si inizia dopo il 1848, e cioè dopo l'in­cendio appiccato dagli Austriaci il 23 marzo di quell'anno. Allora gli incartamenti andarono quasi completamente distrutti.
La parte più notevole, e di alta importanza, è però costituita da sette grandi casse colme di oggetti diversi che, da decenni, sono depositate in un vasto locale nel piano superiore del castello. Questo materiale ingente, ancora non esattamente inventariato, ricorda la sanguinosa giornata dell'8 giugno 1859: sono uniformi, armi, proiet­tili, quadri, stampe, ritratti, lettere, giornali, proclami, che atten­dono un esame accurato, una cernita minuziosa ed una opportuna collocazione. Anche la loro provenienza è degna d'esser notata: tutto si deve al perseverante buon volere, al patriottico e zelante spirito di ricerca e alle lunghe e intelligenti fatiche di un modestis­simo melegnanese, la cui memoria merita un cenno come quella di un cittadino benemerito: Francesco Maggi, cursore per lunghi anni