Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI COMUNALI
anno <1938>   pagina <1281>
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Gli archivi dei piccoli comuni 1281
del Comune. Egli, dislocandosi per i suoi servizi e conoscendo a per­fezione uomini e località, andava, man mano, raccogliendo quanto rinveniva, nella borgata e nelle cascine, quanto era rimesso in luce nei lavori campestri, che gh paresse degno di nota; benché pove­rissimo sacrificava talvolta qualche soldo perchè dai possessori gli venisse fatta cessione degli oggetti che tanto gli stavano a cuore. In tal modo potè riunire circa 5000 cimeli (questo ingentissimo quan­titativo lo conferma la relazione inviata al Comitato), che alla morte del Maggi passarono in proprietà dell'Amministrazione comunale, la quale intende, non appena sarà possibile, di fondare un piccolo museo, di cui dovrebbe essere degna sede una delle magnifiche sale della stessa sua residenza; e l'ambiente solenne si presterebbe a meraviglia a tale storica evocazione.
Nel cenno podestarile si dice inoltre che nell'archivio esiste fra l'altro, copia degli Statuti, che regolavano, nel territorio di Melegnano, il mercato del bestiame bovino, da latte, da allevamento e da lavoro; nonché una nota dei prezzi formulati per il dazio della mercanzia spettante al Comune (1681).
A questo proposito si può notare che dagli indici inviati dai Podestà, appare che documenti di una certa importanza si potrebbero ricavare dagli archivi dei pochi enti comunali che, nella documenta­zione, risalgono all'avvento della dominazione austriaca in Lombar­dia, nel periodo in cui Eugenio di Savoia fu primo governatore (1707); e in special modo per ciò che riguarda l'assetto sociale e le riforme istituite, quando, per ogni Comunità, fu stabilito che i tre maggiori estimati, eletti dal Convocato, rappresentassero il Comune, e ne amministrassero il patrimonio.
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Dalle risultanze di questa inchiesta viene pienamente confermata la necessità della tutela e dell'ordinamento dei vecchi archivi dei piccoli Comuni che, per la stessa confessione di molte autorità podestarili, sono spesso in tale deplorevole stato da non poter nemmeno venirne a capo per indicare l'anno d'inizio della loro documentazione. Il fatto che di 361 Comuni (e cioè 245 nella provincia di Milano, 116 in quella di Varese), 157 non hanno dato evasione alla scheda, nono­stante la sollecitatoria e le raccomandazioni delle superiori Autorità, è in parte dipeso anche, per le stesse franche dichiarazioni fatte al Comitato, dall'imbarazzo in cui furono posti i Segretari, nel dover