Rassegna storica del Risorgimento
MAZZINI GIUSEPPE
anno
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1938
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pagina
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1293
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Libri e periodici 1293
Bersagliere puro sangue lo chiama infatti il bersagliere per eccellenza. Quadrumviro De Bono nella prefazione, il quale ricorda che l'A., ha percorso tutta la sua brillante carriera militare, bersagliere sempre: da sottotenente a generale.
H volume vuol porre in luce le vicende che portarono alla formazione della prima compagnia di bersaglieri e i successivi sviluppi di questo primo nucleo, formazione dovuta a quel tenace e ammirevole ufficiale che fu Alessandro La Marmora dallo spinto piemontese al cento per cento, conoscitore di cose guerresche, italiane e straniere, osservatore profondo e attento, ma soprattutto animatore e dotato di una profonda intuizione, di quelle che erano le necessità reali della guerra. La Marmora muore è vero in Crimea nel 1855, ma il suo spirito resta vivo, vivissimo nel corso che egli aveva plasmato, e che ad ogni Campagna di guerra, raccoglie nuovi allori.
Per questo il volume, dopo avere nei primi capìtoli, rievocate le vicende che portarono alla costituzione della prima compagnia di bersaglieri, e delineato la splendida figura di Alessandro La Marmora, e la partecipazione dei soldati piumati alla guerra del 1848 e a quella di Crimea, non si arresta al 1855 ma dedica un forte capitolo alle vicende degli anni trascorsi tra il 1859 e il 1870.
Ricordato il giudizio del Maresciallo Navarrez, che nel 1859 disse a Re Vittorio Emanuele II, dopo aver assistito alle manovre di un battaglione di Bersaglieri; Se il Piemonte possiede 50 battaglioni come quello che ho veduto manovrare, il risultato della guerra, sarà indubbiamente favorevole a Vostra Maestà, l'opera si svolge attraverso la rievocazione di Palestre, Solferino e San Martino. I bersaglieri, sono anche alla testa delle armate che varcano la frontiera delle Marche nel 1860. A Pesaro, sono i bersaglieri che scalano le mura di cinta, a Perugia è il tiro preciso delle loro carabine che fa caderci difensori più accaniti, a Spoleto di viva forza, con i granatieri attaccano la Rocca, a Castelfidardo sostengono all'Aspio e al Musone, da soli, il primo attacco della brigata Pimodan preparando alla brigata di linea Regina, la vittoria, e in Ancona, al Lazzaretto, a Porta Pia, alle Lunette di Monte Pelago, Monte Pulito e Scruna, sono sempre alla testa delle colonne d'attacco. Fino al termine delle operazioni, iniziatesi nelle Marche, proseguite nell'Italia Meridionale e conclusesi a Gaeta, i bersaglieri tengono alte le loro insegne.
Le pagine dell'opera del generale Caselli, il quale ricorda, da buon bersagliere, accanto ai gloriosi episodi degni d'epopea, quei minori episodi, che mostrano però la forza di quello speciale spirito bersaglieresco, tradizione preziosa del corpo, fanno rivivere l'opera oscura ma preziosa svolta dai bersaglieri, nella repressione del brigantaggio, e ad Aspromonte e la partecipazione dei battaglioni piumati alla campagna del 1866 e a quella, brevissima, del 1870.
Completano il volume, alcuni capitoli dedicati al riordinamento del corpo dopo le campagne di guerra, alla partecipazione dei bersaglieri alle prime operazioni in Eritrea, al Museo Storico dei bersaglieri sacrario delle tradizioni gloriose e alle trasformazioni subite dai bersaglieri con l'avvento del ciclismo e della motorizzazione. L'opera si conclude con le pagine che, dopo aver detto dell'eroismo dei bersaglieri in Libia e nella grande guerra, ricordano con orgoglio, che dalle file dei bersaglieri è uscito Toti l'eroe leggendario e Benito Mussolini, il Duce dell'Italia Nuova.
Alcuni allegati confermano la precisione storica del volume del generale Caselli, volume il quale mostra che l'A. l'ha scritto, con mente di storico e con cuore di bersagliere.
Della partecipazione dei bersaglieri alla guerra dell'Impero vi è solo un accenno costituito dall'augurio rivolto ad essi da S. M. l'Imperatore e Re, di portare oltre i mari la loro purissima fede mai smentita in un secolo di gloria.
A queste glorie recentissime, potrà il generale Plola-Caselli dedicare un capitolo nella seconda edizione di questo suo lavoro, il quale, nelle vicende di un BOCOIO, fa rivivere, magistralmente la figura eroica di Alessandro La Marmora.
GUIDO PODÀUHI