Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE
anno <1938>   pagina <1300>
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1300 Libri e periodici
delle ostilità. La campagna dovette essere condotta con grandissima sollecitudine, noa solo per evitare le complicazioni intemazionali possibilissime in quel momento assai deli­cato e il minacciato totale esaurimento delle scorte nazionali delle materie prime indi­spensabili, ma anche per impedire che il nemico potesse riaversi dai formidabili colpi di maglio inferrigli da noi quasi quotidianamente e potesse ulteriormente resistere in virtù dell'afflusso sempre crescente di armi e munizioni inviatigli da ogni parte del mondo.
L'assoluta unità di comando, realizzata dal volere di un Capo, valse a creare tutti gli elementi della vittoria militare, cui cooperarono un popolo generoso, sobrio e disciplinato, comandanti di grande esperienza e di fama indiscussa, truppe nazionali e coloniali impareggiabili e largamente provvedute di tutto l'occorrente per condurre a buon termine un'impresa cosi vasta.
D'altra parte la lotta era troppo impari per l'avversario perchè egli potesse o superarci o avesse modo di continuare a combattere ancora a lungo.
L'Etiopia era un'accozzaglia di razze e di popolazioni senza ordine e senza coscienza patria, le cui preoccupazioni maggiori erano i profitti e i benefici personali. Assolu­tamente inetta, poi, la classe dirigente che aveva, durante i secoli passati, elaborato un ideale diventato nazionale, del quale gli elementi precipui erano l'orgoglio dell'ozio e il disprezzo del lavoro. La guerra fu perciò lotta della tecnica contro il numero, dello spirito contro la materia, dell'intelligenza contro l'istinto; e l'esito non poteva farsi attendere molto. Ma gloria non minore fu quella della politica italiana e dell'azione personale del Duce, dirette sempre a localizzare il conflitto cercando di evitare una guerra europea. Il Capo del Governo più volte ha nettamente precisato il nobile senso di alta responsabilità e di solidarietà europea che ne aveva ispirato la condotta, più che mai convinto che turbare la pace dell' Europa significava fare crollare l'Europa .
Abolite le sanzioni e ripreso, con piena autorità e dignità, il posto che le compete nel concerto delle Grandi Potenze europee, l'Italia si adoprò dal canto suo ad eliminare i sospetti, a diradare le nubi, a smussare gli angoli. E l'atteggiamento nostro fu tanto più meritorio quanto meno fu compreso, apprezzato e assecondato.
L'esame delle ragioni del malumore persistente verso di noi di alcune delle grandi nazioni europee, ad onta di ogni nostro sforzo generoso e volenteroso, è fatto dall'A. con viva perspicacia storica; -,e. pòiiiacà'. Notevole soprattutto quanto l'A. dice del­l'Inghilterra, il cui atteggiamento, se non si giustifica, si deve per lo meno considerare logico. Potenza insulare europea e, per il suo impero, mondiale, l'Inghilterra ha biso­gno che sussista un equilibrio di forze navali nel Mediterraneo per poter sviluppare la sua politica oceanica . E queste proposizioni fondamentali della politica britannica non sono state mai tanto vere come oggi in cui le maggiori possibilità aggressive e distruttive rispetto al passato tendono ad alterare sempre più sostanzialmente il valore bellico delle grandi unità di superficie. Ma poiché l'Inghilterra sa che una guerra con l'Italia sarebbe durissima e di lunga durata e non potrebbe, comunque, mai rimanere isolata, l'Inghilterra (si noti che l'A. scriveva nel maggio del 19371) perverrà alla saggia conclusione che, non potendo sopprimere l'Italia, sarà preferibile considerarla come un elemento necessario di equilibrio e di moderazione.
La Russia e la Francia continueranno, invece, per molti anni a nutrire gli stessi sentimenti del periodo sanzionista. La Russia non potrà mai dimenticare che il primo esperimento di bolscevizzazione, in Europa è stato tentato sul suolo italiano e dall Italia di Mussolini è stato atrocemente stroncato. E i giudei comunisti, che oggi detengono il potere in Francia ci detestano non perchè siamo italiani ma perchè siamo fascisti, e non potranno tanto presto dimenticare che abbiamo saldamente ristabilito 1* asse Roma-Berlino .
L'ottimo volume dello Zoli si raccomanda in ispecial modo ai giovani, ai quali
incombe il dovere di proseguire per la via, ricca di cimenti e di gloria, che ha loro
tracciata l'Italia imperiale.
MASINO CIHAVEGNA.