Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno
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1917
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Guido B-ustico
vendo ali*Alfieri osservazioni prima ancora che la tragedia si stampasse,- ma il poeta d'Asti non sembra facesse tesoro de' consigli.
E?Alfièri dappiiìiià lo chiamò maestro e sembrò accettare le osservazioni che gli muoveva anche sulle altre tragedie, e particolarmente stuTOreste] nel 1783 gli promette da Roma l'invio delle Quattro tragedie dell'edizione senese, elle ebbe ima limitatissima tiratura su-dicissimamenle stampata e ne attendeva? la Iodey .e gì scriveva; nessuna mi può essere più grata della sua . Quale giudizio abbia pronunciato il La inpredi non sappiamo : ci è nota però una lettera senza data dell'Alfieri, dalla quale si può inferire come il critico senese deve averne scritto: e scritto, male dal tenore della lettera stessa.1
Nel 1790 venne incaricato di ricondurre in Roma due fratelli Gozzadini presso iì padre loro, é fu in quella occasione .clic conobbe e avvicinò Vincenzo Monti, col quale più tardi ebbe diatribe e polemiche.
Entrato nell'ordine dei Somasohi, nel 1796 ne usci, giustificando il suo atto presso il Pontefice Pio Vi, che gli concedette la secolarizzazione, ma perdette però ogni suo avere. Pu gran ventura per lui se un suo alunno !P. Almerico Al bizza, mosso a compassione della condizione in cui veniva a trovarsi il maestro, gli fissò una prestazione di 10 scudi mensili, SQim 'che permise al Lampredi di l.ira innanzi.
Uscito il Lampredi, come abbiara detto, dall'ordine de' Somasohi, lo vediamo a Roma nel 1799, principale compilatore del Monitore Romanoi rivista Lelitemi-ia in cui mostrò tutta '-pgta la suajena satirica; la sua penna non risparmiava nessuno, ora attaccava i com-missarii francesi Penile e Faypoult, ora Ennio Quirino Visconti, ora il celebre ostetrico Angeàiecl ?a altri, e naturalmente ciò non gli procurò amicizie, per modo che ùi quello stesso anno 1799 è costretto ad abbandonare Romae cgiungere-ima Marsiglia e pei Parigi. E fu a Parigi che strinse; conoscenza con illustri italiani, come il Volta, il Visconti, il Casti, il Gianni, e vii avvide Vincenzo Monti, col quale pei non coree troppo buon sangue.
Ottenuto l'incàrico di insegnare matematica e latino a Sorèze nella Linguai! oca,, con un onorario di duemila franchi, si acquistò rapidamente lama di valente insegnante. Egli però aspirava alla Cattedra di matematiche presso il Collegio militare, che in quegli anni si era
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