Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno
<
1917
>
pagina
<
135
>
Il carteggio ili lIplìOMo Laynptùdi con Luigi Angeloni 135
Hieronoino giacente nelle ritorte sul carro, è condotto dai littori al luogo nel quale deve essere seppellito,; k>, seguono il Monti, il Lamberti, l'Anelli, il fettoni, che gli sWpìeciauo la faccia coti ortica, perchè impari ad arrossire. E quando la vecchia libidinessa si eioè Annetta V'adori, un'aspaìettadi quel tempo-apprende che Hieronomo è morto, prorompe nelle più orribili maledizioni, contro quelli che ella chiama: traditori di lui.
A. Parigi stese le Lettere a Filebo, in un col Bottura, col Gianni, col Marinoni. Ma il Lampredi, dopo la morte del Monti, in una lettera a Raffaele Liberatore, volle ricostruire la storia dell'articolo deLFUebo, che si può trovare nelle Opere inedite e rare di V. Monti, con la data di Lugano (ma cretesi stampata a Palermo), nella quale non si sconfessa autore dello scritto; dice di aver lasciato a Parigi, partendo per la Spagna, quell'articolo, che non aveva in animo di pubblicare, ma il Gianni a sua insaputa, e raffazzonandolo a modo suo, lo pubblicò con aggiunte e correzioni del Bottura e del Marinoni.
Ifoi Monti, però, tornò in buoni rapporti, e ne fa fede l'epistolario del Monti stesso.1 Certo egli gli fu dapprima amico e lo lodò, più tardi M'criticò ne restò. come dice il Ganitù - brutalmente marchiato nel sonetto Padre QWM'ÌMÙ Éfo ;sòlo a Milano che per opera del Para disi e di Eugenio di Beauharnais il Monti e il Lampredi si rappacifl-carojpvo' almeno cosi parve pubblicamente, perchè alla macchia non tralasciarono di scagliarsi reciproche censure.
Il Monti, che nella lettera al Bettinelli, chiama il Lampredi cima di letterato dice al contrario ch'egli tesse una corona' di spropositi meravigliosi quando scende in arena a farsi campione ÒV buffoni della crusca . A sìià volta il Lampredi uelle lettere al Polloni esalta la proposta mondana e la divina traduzione deiriZeode: egli stesso aveva tradotto poeticamente il poema omerico che lasciò inedito, e giovò dì consigli quella del Monti.
A Firenze frequentò il salotto della contessa Teresa Malvezzi, de' cui versi ammirava la delicatezza che paragonava a quelli della napoletana Giuseppina Guacci Nobile.8
ì TlSCERZO MN'fl,. Infere oii
* lettere riportato nell'opera : GTOSBPPINÀ GAHDOIÌFI, La Conteam Teresa Malvezzi e U suo. salotto (1785-1859). Bologna, {Nicola Zanichelli, 1900, ìn-lU pagg. 66-58.