Rassegna storica del Risorgimento
ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno
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1917
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pagina
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148
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148 Guido BmHco
Di Spoleto, 24 gotto 1831.
Mio carissimo Angéloni,
lo non so, mio caro Angelonì, se sia giunto alle tue orecchie 11 bando da Napoli, e la nuova ed inaudite causa che lo ha prodotto. Tu forse presupponi che io, o con fatti, o con parole, o con iscrìtti mi sia immischiato noll cose di quél Regno infelice ; ma ti accerto che in nessun modo. Poiché rispetto tempo anteriore al 2 luglio de' 1820 io non ho mal appartenuto a nessuna setta,, e nel posteriore ho ammirato sulle prime la rivolutone, e il modo con cui fu operata, ma poi col proceder dei mesi conobbi chiarissimamente che tutto sarebbe andato in precipizio. Un solo mio articolo fu ammesso per grazia particolare nella Minerva da' suoi compilatori, intitolato La Nobiltà e i Carbonari lo; scopo del quale era il dimostrare, che la massima regnante in detto detto e in tetto, che i Baroni del Regno non doveano elegersi né a membri: del Parlamento, né ad altre cariche civiche, era ingiusta, impolitica e dannosa; e per questa parte II fatto ha giustificate la mia proposizione. E pes qual cagione adunque ti hanno bandito, parrai che tu dica? Ti rispondo in due parole : per una. vendette politica, e eccoti la storia del fatto.
Nel 1810 cotesto pittor napoletano stampò in Parigi certe poesie civiche del Mollo e Lamberti ne diede contezza nel Poligrafo, facendone una critica giudiziosa e moderate, osservando colali poesie some parto imperfetto di un improvvisatore non avvezzo a meditare, né a sciogliere, ed inoltre notò alcuni pensieri lesbici, indecenti, e dannosi all'immaginazione, oV giovani.] Essendo io poi giunto a. Napoli nel 1813 fui introdotto nella casa, a conversazione della Duchessa di Campichiaro, ed osservai che il Mollo mi guatava in cagnesco' ed il Duca, ministro di polizia, con freddezza. Ne cercai la causa e fui avvertito, che Mollo era contro me indispettito per quell'articolo del Poligrafo di cui credevami l'autore, e che perciò aveva parlato contro di me al Duca, lo feci poco conto delle bieche guardature del Mollo, e con mio piacere osservai pochi giorni dopo che il Duca e la Duchessa cambiarono verso di me il contegno, mostrando ambedue d'interessarsi di me. Infatti il Duca mi offri un impiego negli Uffizi della polizia, ed avendolo: io- francamente- ricusato m'incombensò di fare di quando in quando qualche varietà, letteraria pel Monitore, per aver l'occasione di darmi una retribuzione in danaro, che quasi per due anni gè" norosamente mi compartì. Seppi poi molto dopo che mosso dalla mala lingua del Mollo contro di me, aveva fatto scrivere a Milano per essere informato de' fatti ;mi:e -e elle-'n'aveva ritratte notizie molto differenti dà ciò Ohe. jl Mollo aveva asserito sul mio conto* fàr mentre 'lo scriveva queste varietà accadde che In Napoli si dava per certa nel li la morto del Gianni, ed io mi credetti nel dovere d'annunziarS- facendo un bell'elogio a questo improvvisatore, non dissimulando pgtSlM: àJetini fettì; :d.eJ suo: .Stile, e conchuUmd'o' .che mal si sarebbe voluto oonfeutore con gì :alM imo!li improvvisatori del ano lampo.
* imparo Mollo, fu poeta uslinupurauoti, di Napoli: su di tóso Yfidi XnuùA GOAZRKOM, Un tragico del secolo XVIII (tìetr. dftl CKott. ArwdUto, 8. DJ), Roma 1902.