Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno <1917>   pagina <149>
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TI carteggio di Urbano Lampredi con Luigi Angolani 149
Quest'articolo accrebbe l'odio e lo sdegnò del Mollo, si perchè non lo avevo, lo nominalo, *] perchè mettevo É èionnl al di eopra di fiotta gl'Improvvisa­tori e perciò anche di fui Ne meno gran remore, vituperandomi con quanti e quanto poteva e mlnaccJandomi della sua indignazione Io per ripicco feci un articolo sul marito comparativo ite- nostri scrittori, e cosi mi feci strada alle seguenti parole: Sarebbe ora tempo di comparare fra loro ipregi ed l meriti dei moderni improvvisatori; favore delle dame adulate, e? Vignorama digli ascoltatori, costoro restano come tanti cornacchiatti spelacchiati. Queste poche; parole furono come un abito, che il Mollo trovò del tutto convenire al suo dosso; onde se lo mise, e a guisa della camicia tìnta del sangue di Nesso, lo futise in- eccessivo furore e desio di vendetta, che dopo sei anni ha potuto appagare ed ecco come. NeEjmese di maggio fu data, noni c'inrjiorla perche una coltellata in chiesa ad un ijmpiegato del Ministero dello marina. Costui, essendogli stata data la nuova della morte, si confessò che aveva fotti impri­gionare, o cacciar dall'impiego, otto capi di famiglia con false accuse; che queste erano state date non da lui, ma da un suo amico, il quale ne aveva date altrettante per suo conto. E confessore obbligò il moribondoiaiarne una solenne dichiarazione in faccia al notare ed a testimoni, il che egli fece, Si poco dopo morì. Il fatto è certo e noto a tutta Napoli. Qua! meraviglia se tutti erano invitali ad accusare con l'impunità, o vera o falsa fosse l'accusa ?
Del resto a Roma sono stato riguardato dal Gonsalvi e dalla Legazione austriaca, predominante in inalila, conte bandito sotto l'aspètto politico, perche non ho potuto persuadere molte teste rosse, e tutte tedesche, ch'io non jpf sono intrigato nella Minerva ed altri logli di Napoli. 15 neppure, a malgrado del favore del duca di Zagnolo, di monsignor Preiò ed altri, non ho potuto parlare al Papa come desideravo. Onde ho dovuto osservare la legge generale di. Roma fetta dagli Austriaci, ma se togli loro l'avvenenza della persona, la bella voce la soavità delizi, musica.
Nel 1815 al ritorno di Ferdinando dalla Sicilia aveva inutilmente tentalo dì farmi bandire, ma non ebbe nò II credito, nò il potere di riuscire nell'in­tento; onde io me ne feci beffe, e me ncj sarei fatte ancora in quest'anno se Ferdinando stesso, reduce da Lubiana alla,coda, .dell'armata austriaca, non avesse, voluto condiscendere alla stolta politica straniera, che lo consigliò a punire coloro che avevano creduto alla santità de' suoi giuramenti e delle sue! replicateproteste-Fu dunque creato un triunvirato punitore, Oariosa, Vecchioni e,Hello, tutti e fee legati a ili doppio e dispostlssi ini a rinnovare le scene del U'ium virato romano. Il primo;, uomo, vipjeniiioi WQ. o- piàco per tre quarti del giorno, si era posto Ili testa il l'oTlfi disegno eli distruggere in ili i Carbo­nari, cioè tutti 1 volenti una GostiUudoneiMcÀ>ni, uomo il pi fi veramente ajttaccafco degli nitri due al partito borbonico, jna di talento, assai piò mi te a ligio alla volontà degli atri due, perchè l'unoWàtitolo di principe, l'altro di duca, mentre égli era un semplice avvocato. Il Mollo finalmente, uomo Si­mulato, maligno, vendicativo per ecceilena. Costui estorse da Conosa, disposto a qualsivoglia atto di violenza, un'ordine perchè io fossi sfrattato dal paese. Infatti il di 4 giugno me ne fu fatta l'intimazione, quando appunto uscivo dalla casa del maresciallo Munitolo, fratello del Canon* dova andavo una o due