Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno <1917>   pagina <152>
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un onestissimo e eulta Signore, che forse oonoscewu, e potrai Interrogare intorno a ciò.
Rispetto poi alle due camere, io ed altri molti eravamo ben d'avviso che la seconda non dovea esser primeggiata ma similisslma alla prima fuorichà nell'età dei membri. Se questa fosse stata aggiunta, egli è certo, che la Fran­cia e l'Inghilterra avrebbero protetta la carnea dei Napolitani. Quanto alle cause che hanno prodotto il disfacimento della forza napolitana, e perciò della Costituzione, se mai tu scrivi di queste cose, credo che tu non4*'debba; dipartire dalle seguenti. ÌJaTia principale, e iper: molti aspetti l'efficienti o produttrice delle altre fu la maniera placida e tranquilla con cui fu gri­data, e accettata la Costituzione. Non vi furono ostacoli, comochè piccolissimi che cimentassero o mettessero a leva l'energia degli spiriti. Allora prevalse l'opinione che tutto si sarebbe fatto ed eseguito tranquillamente; in questa tranquillità d'una grande rivoluzione si pose l'eroismo e la gloria Nazionale; gli spiriti si addormentarono e intanto la tortuosa e frodolenta politica di Carlo, gli sblollì e mali ordinamenti di Pepe della forza Nazionale, l'ipocri­sia del governo, rimbecillita, l'inesperienza della più parte dei parlamentari e l'adesione di alcuni alle mire duplici del Governo ; le particolari vedute di alcuni generali, e una specie di tradimento di altri il suddetto dìfiueìmento naturalissimamente occasionarono. E tanto è ciò vero, che fu questo da molti preveduto, e specialmente dal mìo P. di S..... il quale era forse il solo di quella generazione che procedesse con calore e lealtà.; e per questo appunto fu sempre tenuto indietro, e quasi mispregiato dal priricipo per suggestione degli altri generali. A proposito, hai tu veduto la prima parte già stampata e pubblicata a Napoli della sua -storia del decennio, che arriva fino al 14 ? Se qui ne avessi una copia te la manderei, e subito che mi si presenterà una occasione, e ch'io l'abbia, te la manderò; chi Ba quando potrà pubblicare la seconda parte .che tratta cteHfcpima guèrra e della caduta al Gioachino ? Veniamus adlitterus.
Conosci tu il giornale cho qui si pubblica dal ginevrino Yieusseux, qui. in Firenze? lo ci ho già Tette pubblicare in novembre, dicembre, gennaio due lettere a Monti e un dialoghetto sulla sua osservazione alla, voce Labbia e all'esempio allegato dal vocabolario. Se tu avessi qualche cosa di sempli­cemente letterario dai ''dfl'.r fuòri su questo giornale, faresti cosa gratìssima a molti, e ;a nie> Le tuo animadversioni sul mio articolo sono giustissime,? vorrei non esser caduto in tali locuzioni sulle quali mi fa cadere-Ja mia tra­scuratezza nel non ripassare ciò che Ito .'Scritto. Ma qui permetti tu ch'io ti parli francamente? Tu wtU nelle n : scrilHiure ;ia trascuratezza, e certi modi troppo francasi, emufc altri, notano accuratezza certi modi troppo toscani, Io ignoro la ristampa se l'opera tua fu finita in Napoli. Certo se fu finita sarà stata occultato, e forse bruciata. Non mi paro, che la Minerva andasse oltre il 31* quaderno, e non saprei come Covare questo, e altri seguenti quando siano siati pubblicati; ma ne farò fare ricerca, perche quest'articolo della tua lettera mi era passato da Minerva, e non ci ho finora pensato. Aspetto con grandissimo desiderio la tua versione del panegirico d'Isocrate. Ci farai tu delle note politiche ? Parrai che ce ne siano da far molte impor-