Rassegna storica del Risorgimento

ANGELONI LUIGI ; LAMPREDI URBANO
anno <1917>   pagina <155>
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Il cmieggio M pS> J.awpì*nM fan Xwgì Angehtiì ir.r,
Brama, ?7 luglio IStJ.
Mio cariasi ino. Angeloni,
Finalmente ho trovato, ed ho avuto dia Rosina medesimo le sue nuove lettere pubblicate due anni fa, ch aveva vedute a Napoli. In queste, come vedrai per te stesso, ei ti da, fra le altre .33 del pedante, eefcèoe.
Avrai già letto nell'Antologia un dialogo mio sopra un articolo inserì-, sato, anzi sopra una sua parte, inserito nel Giornale Pisano, fase. Ili, pag. 153. lo non sapeva che Paut. di quell'articolo t'osse un certo Angmtlesitl figlio letterato-,: É* un Pisano, ma qual ch'ei si fosse .{io credevate più presto il Rosisi) feci quel dialogo, che mi fu muKIato dalla revisione. Pochi giorni dopo comparve un vero libello in risposto, pieno d'insolenze, e di falsi : sup­posi, che certo non fu mutilato dalla revisione Pisana. Io, poiché mi fu detto, che quel libello era una vera scempiaggine, e lo sentii universalmente vitu­perato, non volli leggerlo m -veruni conto, perchè l'Anguillesi oltre l'essere un mediocrissimo letteiàto., non è, per quanto mi dicono in buona fama ne­per la sua vita, né pel suo carattere, né per le sue variate opinioni a seconda del tempo. Ho preso dunquo il consiglio di disprezzarlo, di che ne ritraggo lode da tutti. Io mi risolvetti a ribattere quell* articolacelo pisano, perchè ogni giorno più. si va confermando, che in Vienna e in Roma certi barbas­sori che diconsi Sopravegliatori alto spirito pubblico d'Italia, tengono ferma opinione, che in questo infelice paese i Dantisti, cioè coloro che mostrano tanto zelo per lo studio della Divina Commedia, e lo promovono, siano altret­tanti liberali, Carbonari, Ghibellini, insomma settari, che sotto questo titolo militano, e si danno IL Santo per riconoscersi, e per tener viva la loro corri­spondenza. Che ne :dici, mio coro Angeloni ? Si può egli fabbricare una opi­nione più maligna, e nel tempo stesso pifc balorda di questa? Perciocché gli è ben vero non esserci alcun Italiano di buon senno che non desideri l'indi­pendenza del suo paese non può procacciarsela egli stésso, unito agli altri suoi pari,, e che quando altri gliela prpeacciassL*ro allora dovrebbe dipendere da costoro come, non ha guari tempo, dipendeva dai Francesi.
Che se una cotal setta assistesse, certaiiiente di stia natura dovrebbe ri­guardare l'Imperatore Austriaco, come liberatore dr Milla; come egli era ri­guardato da Dante. .- sotto .quésto; aspetto; gli, -Austriaci dovrebbero anzi for nascere, e fonjentar questa or supposta Setta*, ma gli Austriaci son grossi, e pensano solo; aiti insaccare, e perseguitare gì' italiani non a ordinare ntalia a loro vantaggiò, chechè sia di queste mie idee, tu vedi bene che se mi fosse slata conferita la cosi detta Cattedra di Dante, io mi sarei feqvato, senza sa­perlo, il venerabile d questa nuova massoneria* Qti ho Bempre ahborrito anche in jgpveniù da ogq setta Massonica, é ultimainente del (Sorbona rismo, e dalle altre sette*, che ho udito nominare* perchè ho sempre creduto,
i . Ufo Anpuillest... fJiOTcoonaoito letterato, segretario fólla granduchessa EUsa, fu ptii lardi pmrejiaofft ilI Lingim latina nll'Atcnro ili WayioM, i1(i.iivj; dopn 11 1884-ConoelHitraaèH'Util-versitò di Wa, KouBdemloo dolici Crusca