Rassegna storica del Risorgimento

DANDOLO EMILIO
anno <1917>   pagina <187>
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dall'avere provato un sincero dolore per- le contrarietà che la co- strinsero ad abbandonare un'impresa alla quale ella si era associata con quella generosità che informò tutte le azioni della stia vita.
* 1 Eon dubito che il Generale Lamarmora -che tanto apprezza la sue qualità, dividerà questo mio sentimento, come lo divideranno tutti gli ufficiali dell1 esercito piemontese i quali conoscendolo di nome o per fama, andavano lieti e superbi di averla a compagno nelle lotte che stanno per sostenere. Se la questione mossa a suo riguardo dal governo austriaco fosse stata trattata diplomaticamente, io avrei certamente cercato di ottenerle quella facoltà che gli si volle negare. Ma nessuno ufficio fu fatto per parte dell'Austria sia per mezzo del suo rappresentante dorino, sìa presso il nostro ìn- caricato d'affari a Vienna ; ed io non reputai opportuno l'assumere un'iniziativa che avrebbe potuto riescirle di danno anziché di gìo-yainento.
Forse nuova opportunità si presenterà per lei di prender parte alla guerra che si combatte in Oriente. È possibile che l'Inghilterra, assenziente l'Austria, formi una legione italiana. Se ciò si verifica, non dubito ch'ella verrebbe accolto in essa e collocato in quella con- dizione a cui le danno diritto la fama ch'ella si è acquistata. 1 suoi amici di Torino la terranno ragguagliata di quest'affare : ed ove accadesse elvella giudicasse potergli essere il mio intervento di qual- che utilità, si rivolga liberamente a me, colla certezza ch'io sarò lietissimo di poterle provare coi fatti quanta sia la stima e la sim- pati a ch'io nutro per lei.
*. GAVOUB .
AlVIÌl.mo Sìg. conte Emilio Dandolo
Milano.
Purtroppo le cose dovevano andar diversamente: il Dandolo non doveva più impugnar le armi. Da questo momento la sua vita diviene più triste e più tormentosa.
n male che da tempo rinsidiava progrediva sempre più né Pigno­rava. Invano tentava lottare col male sperimentando acque minerali e luoghi di cura. Ti suo animo però rimaneva sempre, malgrado le sofferenze, ardito; avrebbe potuto dire: lo spirito è pronto ma la carne è morta. E l'Austria lo temeva tuttavia: sapeva che in quel petto sofferente albergava un cuoró Indomito e che l'ultimo suo palpito sarebbe stato per l'Italia.