Rassegna storica del Risorgimento
DANDOLO EMILIO
anno
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1917
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pagina
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190
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10 Angelo OltoUni
Il feretro, coperto di velluto nero con sovrapposta una corona intrecciata con camelie bianche e rosse che con le verdi foglie rappresentavano il vessillo tricolore, era adagiato in una sala del secondo piano. Allorché monsignor Brioschi vede la corona, energicamente protesta di non voler fiori sulla cassa ; la contessa Dandolo ribatte che la corona deve rimanere, ma minacciando il Brioschi d'andarsene col suo clero, deve alla fine cedere.
Scelti a portare il feretro furono gli amici e correligionari Giovanni ed Enrico Visconti-Venosta, Costanzo e Alfonso Carcano, Costantino Garavaglfa, Ulrik Pirovano, Ignazio Grinelli, Scipione Signoroni, Antonio e Camillo Caccianini, Lodovico Mancini e Ignazio Lana* tutti noti alla polizia austriaca.
Mentre la popolazione era in chiesa ad assistere alle salmodie si sparse la notizia che il governatore aveva per quel giorno proibito il trasporto dalla chiesa al cimitero; che si sarebbe invece trasportato di notte alla ferrovìa per essere diretto ad Adiro* che le autorità, tei niendo una dimostrazione, avevano consegnato le truppe e tenevano due battaglioni a poca distanza.
11 conte Tullio accorse allora dal governatore il quale, non trovando ragioni per opporsi, finì col dichiarare che era indecoroso Seppellire restinto in una fossa cornane; alla quale osservazione rispose il Dandolo che la salma di suo figlio faceva monumento da se.
Cedette alla fine, raccomandando la calma, il governatore. Ma allorché il feretro usci dalla chiesa ecco che sulla piazzetta di San Babila il Mancini, d'accordo colla conlessa Dandolo, prende la corona nascosta sotto il soprabito del portinaio del marchese Crivelli e ratto la posa sulla cassa. Una mano si alza per toglierla, ma il Mancini pronto la riprende e la .ripone dicendo : U e la gà de sta lì. In mezzo a qualche dimostrazione giunse il feretro al Cimitero di San Gregorio accompagnato da migliaia di persone e da un numero sterminato di guardie, mentre poco lungi stazionava coli'arma al piede un battaglione di Jager.
Antonio Allievi dà per primo l'estremo vale all'amico estinto, indi il conte Gaetano Bargnani" che chiude il suo discorso col dire: E ohi di noi ha un cuore che batte per l'Italia raccolga un pugno di questa terra, solo or fatta sacra, e la sparga su questa bara giurando pel Dandolo che l'Italia debb'essere libera ed indipendente . Pai-ole che ci sono conservate dal Lana ma che non ricorrono nel discorso stampato il quale subì le inevitabili varianti.
B giorno.' dopo, 23, gli amici si recarono al Camposanto ove la bara venne esumata per essere secondo il desiderio di Tullio, trasportata ad Adro. Durante Inumazione la corona ch'era stata posta