Rassegna storica del Risorgimento
DANDOLO EMILIO
anno
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1917
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pagina
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191
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QU ultimi anni di Emilio Dandolo
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su una fossa vicina fa dalla contessa Dandolo trafugata. La polizia, che in quel momento finse di non essersene accorta, inviò poi di nottetempo il famigerato Galimberti ad operare, una perquisizione in casa Dandolo, ma senza risultato poiché non entrò nella stanza da letto ove Ermellìna teneva la corona e la corrispondenza di Emilio coi capi del movimento insurrezionale era stata precedeictemente distrutta.
Aveva anche rivolto la polizia tutte le sue cure per arrestarne gli amici e in primo luogo il Bargnani che aveva osato parlar troppo aperto sul sepolcro del Dandolo, ma mentre il poliziotto Sommaruga faceva circuire da gendarmi in via Sv Andrea la casa del eonte e ne perquisiva l'appartamento, egli s'incontra col macellaio Ruscelli il quale l'avverte di quanto avviene e lo protegge col suo corpo di balena facendoselo camminar davanti. Così non visto riesce a svoltare nel vicolo di Cernevate e a fuggire in casa Poldi ove si taglia la barba e si traveste da lacchè inglese e quindi, sfuggendo la vigilanza delle guardie, a varcare il confine e mettersi in salvo.
Il Governo austriaco cerca allora di aver nelle mani i capi del funerale Dandolo, ma questi preavvertiti dalla contessa Ermellina sfuggono alla polizia. Solo Costanzo Carcano, Costantino Garavaglia e Scipione Signoroni si lascian prendere e rimangono in carcere fino al giorno dopo la battaglia di Magenta. Latif, invece, ragazzo sudanese comperato dall'Emilio nel Sudan e da lui educata trattenuto prigione solo otto giorni. Rinnova il Galimberti la perquisizione premendogli la corona, ma sempre con risultato negativo. La polizia austriaca che s'era intestata di voler la sediziosa e incriminata corona, incarica il consigliere Pluk di istruire il processo contro i Dandolo. Con sottile arte inquisitoria tenta di indurre la contessa a parlare minacciandola anche di carcere e per tre giorni la chiama in ufficio.
Da ultimo cede la contessa; la corona vien consegnata e chiusa dal Flukin un armadio per far ritorno poi in casa Dandolo dopoché gli Austriaci furono cacciati da Milano.
Intanto ad Adro si facevano ad Emilio solenni funerali, si rinnovavano le dimostrazioni patriottiche e a Torino per sottoscrizione di Cavour, Lamarmpra e di tutti i maggiorenti del Governo, si decretava mi sigpficalsivo ufiMo funebre in onore del benemerito patriota
estinto.
(Così onorando i grandi e tenendone vivo il cullo l'Italia si preparava a redimersi. Gou Emilio Dandolo scompariva un vero apostolo della liberta austera e dell'ideale, uno di quei grandi, e generosi che ibttjita. saeriJica.n.0 per la patÉfc