Rassegna storica del Risorgimento
PRATI GIOVANNI
anno
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1917
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pagina
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195
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Uno scritto gioi)cmit di Cesare Battisti 195
Per noi figli dell'Alpe retica - baluardo d'antica civiltà, - pei figli del mare eie bacia le spiaggie dell'Istria e infrange le sue onde sul lido di Venezia, giunge propizio il momentòik cui dovremo ritrovarci ad adempiere là sacra promessa lasciataci in eredità dai nostri cari patriotti, di difendere la nostra lingua e la nostra nazionalità. E nell'istante in cui stringeremo la mano dei fratelli lontani ricorderemo con orgoglio una letteratura che possiamo dir nostra, percttfad essail genio nostro e ile: nostre venture hanno dato un'impronta speciale.
Da dementino Vannetti lino a Giovanni Prati anche noi vantiamo una ricca letteratura popolare. E mentre dei poeta roverètano ammiriamo il sentimento patriottico in cui, per noi, figli di un secolo più progredito, è fin troppo spinta l'ironia sprezzante, il poèta di Dasindo rimane ancora un astro bello e lucente che addita ai giovani là via del futuro. Allora, se il cuore ci spingerà a rievocare in un momento di gioia comune la sua memoria, non domanderemo l'aiuto della critica indagatrice, ma ci faremo narrare dai contadini del suo paese natio la storia del simpatico fanciullo che col moschetto in spalla e col fido suo Dante in mano girava allegro pei monti e si facea raccontare dai pastori le storie avventurose deUe guerre napoleoniche e piangeva nell'udir le sventure del povero Pellico; ' pregheremo isuoi vecchi compagni di studio che ci ricordino l'entusiasmo e l'ardimento dei suoi venfanni, quando studente dell'Ateneo di Padova consacrava i primi carmi alla patria e coll'eloquenza ispirata dei poeti della Grecia che cantavano improvvisando le glorie di Maratona e di Sala min a e coll'occhio vivo ed affascinante faceva spasimare d'amore tutte le donne che in lui affissavano lo sguardo. Nelle sue poesie, così varie nei metri e nei suoni, sentiremo il lamento dell'esule che impreca alla società, che gli nega un pane e non vuol dargli un misero flore. I suoi carmi ci parleranno dell'affetto che egli portava alla donna e alla gloria, all'arte e alla scienza, e pochi ma degni frammenti ci ricorderanno un tentativo grandioso a cui devono ispirarsi i giovani. Anch'egU come Victor Hugo avea concepito l'idea grandiosa di riassumere in una sintesi vasta tutta la storia dell'umanità per assurgere ali canto dell'epoca nuova; ma avea avuto in dono da natura più generoso il cuore che tenace la mente a posarsi a lungo nel vero e per portare un aiuto che tosse immediato ai popolano sofferente e alla patria che vagheggiava grande e felice; per dare sfogo ad una fantasia sconfinata passava dalle meditazioni profonde all'improvvisazione spontanea e scriveva le canzoni popolari, gli inni patriottici, le satire pungenti, le ballate fantastiche. Molti che sono ancora fra noi sapranno dirci della quiete serena in cui il glorioso poeta passò gli ultimi anni della vita; sempre fiero, sempre ispirato confortava-ì suoi dolori nello studio delle classiche bellezze di Virgilio e d'Orazio mentre scrutava con occhio filosofico e rilevava nell'ultimo dei suoi poemi la degenerazione del secolo decadente per additale, ili pfc:o siMià di un avvenire migliore.
Per il nostro progresso, per la nostra vita morale sarebbe dannoso il
y. Biogralia 41 Giovanni Pi-ali di A. 3.o lùburantis.