Rassegna storica del Risorgimento

BIANCHI NICOMEDE
anno <1917>   pagina <222>
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Sardegna, che mandò per suo commissario straordinario a Reggio il conte Pietro Derossi di Santa Rosa, a Modena il conte Lodovico Sauli d'Igliano.
Le vittorie degli Austriaci riaprirono a Francesco V le porte di Modena. Vi rientrò il 10 d'agosto, preceduto da un proclama, pubbli­cato a Mantova due giorni prima, nel quale si legge: Accordiamo un'amnistia generale, eccettuando quei pochi capi o promotori, -ai
me prìndpalmeute propugnata, onde allóra 11 Conta< ili.! Gavone ini scriveva cosi: Col lavorare all'unione ilei Piemonte Ella lavora oliti savia coma dell'unita e dell'indipendenza della nostra comune patria. Io mi reputo fortunato die Ella mi consideri come nn suo collaboratore in quest'opera suprema, E l'illustre gene* mie Federico Menabrea, ora collega all'È. Y. nel Ministero ed allora Inviato di S. M. Sarda nell'Emilia, pure mi scriveva: Veramente .io 'non -So capire come, il Governo Provvisorio il -di cai primo debito è di custodire i veri mterrnsì dei paese e di far animo ai timorosi} non abbia finora pronunciata una parola per [ottenere la meta che si desidera. Tocca a voi, carissimo Nieomedet che foste il primo a proclamar e neU Stati Estoltisi la necessità dell'anwm tocca a voi) dico,
< di far s> che muffa compiuta t'operai E l'onera fa felicemente compiuta .
La lettiera dei Cavour non si trova tra le carte del Bianchi, né si legge tra quelle raccoltele pubblicate dal Ghiaia. Ti è invece la lettera del Menabrea, co* pllano allora del genio, che dal Governo Sardo era stato accreditato presso i Go>. vemi di Modena, Peggio, Parma e Piacenza. Qui la trascrivo dall'autografo: Consolanti per me séno sempre le: vostre lettere, giacche io veggo allargarsi per
< vostra cura il icerchio dell'unione Italiana, cosi malamente combattuto, da coloro ohe sotto mentite sembianze predicano la Repubblica pur lare l'Italia nuovamente preda dello straniero. L'arrivo di Gioberti in Poma avrà prodotto buon effetto' in quella citta- è la paròla del .grande e concerò cittadino avrà riscosse le anime incerte e timide. E freno ohe Peggio abbia mandata una deputazione al nostro profeta: In lettera ohe egli indirizzo alla vostra bella pàtria scuoterà anche Me*
* lena, che vorrebbe camminare, ma manca di ohi la gnidi nell'unico sentiero che vi sia per raggiungere lo scopo agognato da tanti, secoli. Veramente io non so
< capire come 11 -Governo Provvisorio, IT di cui prhno debito è di custodire i veri .interessi del paese, di aprire, gli occhi ai ciechi, di fare animo ai timorosi, non
abbia finora pronunciata una parola per accennare la mota che si deve raggimi* gore. Se vi fossero due strade, pazienza, io Intenderei l'esitazione, ma da una e parte o-'è ordine, tornii indipendenza, liberta, e dall'altra anarchia, debolezza, schiavilo. Mi poro che ohi è galantuomo non può dubitare,;*} il; volersi astenere .da una deliberaziono in questi; supremi momenti, che la Provvidenza concedo ai popoU per infrangere odiose catene, sia imperdonabile reato. Tocca a voi, carissimo jtflcomefle. ohe, foste il primo a proclamare negli Siati Estensi la ne* cessila dell'anione, tocca- a- voi,, flfóój afhr si ohe venga compiuta l'opera Peggio
* e le rótta del reggiano hanno gin. terminate le operazioni delle firme. E d'uopo ohe I Municipi della vostra Provincia si uniscano per mandare immediatamente