Rassegna storica del Risorgimento

BIANCHI NICOMEDE
anno <1917>   pagina <224>
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GF. Sforza
tare la fortuna delle armi a fronte della preponderante forza del nemico; l'esercito italiano essere già riordinato, accresciuto meravi-
* gliosamente, e potersi di nuovo presentare formidabile alla lotta per la felice fortuna e il buon diritto della nazione: al grido dei popoli oppressi tuttavia rispondere la voce magnanima di Carlo Alberto, chiamante per la seconda volta i figli d'Italia a dare col ferro in mano una degna risposta alle insolenti spavalderie del fortunato
* soldato straniero. Non volessero essi esser da meno della propria fama, non esitassero quindi a pagare largo il tributo"' clie1 ogni cit- ladino doveva. ;alla patria, prossima a scendere in campo onde levarsi di dosso il danno e la vergogna di esser serva di tedeschi padroni.
* Le catene d'Italia non spezzarsi né coi desideri che nàscono e. muoiono nel cuore, ma sì coll'opporré molti e forti petti, mossi da tenace volontà di combattere a oltranza il comune nemico fimo a che fosse cacciato per sempre fuori dal sacro suolo d'Italia nelle regioni a lui assegnate dalla natura . I
Di questi messaggi trascrivo il seguente, che fu riprodotto dalla Gazzetta Piemontese, giornale ufficiale del Regno, nel suo n. 384, uscito alla luce il 20 decembre del 1848 :
COMITATO ni PARMA, PIAGENZA. MODENA BARBOGIO.
Ai cittadini di quelle provincia.
Altra volta giunse a voi la nostra parola: e fu parola di conforto agli animi prostrati e di speranza agli animosi, quando le sorti d'Italia con. quella stessa rapidità onde s'erano rilevate, correvano . ad una rovina che pareva dovess'essere estrema, irreparabile. Allora noi v'invitammo a perseverare nel proposito che già spontanei ave- vate abbracciato, giudicandolo il più salutare alla terra natale ed alla patria comune: allora domandammo che i nostri prodi tornas­si sero sotto quelle bandiere che non avevano disertate, no, ma lasciate con dolore dopo averle ornate d'alloro e difese nel dì del disastro con eroica fortezza. Ma la confusione che all' inaspettato rovescio
* aveva invase le belle nostre contrade, e la fortunata insolenza del nemico, che vi portava il lutto e la miseria, costrinsero la fede nei vostri cuori: né diremo che foste colpevoli. Ora però il non ripren- dorè coscienza delle nostre forze sarebbe codardia, sarebbe delitto il perdurar nell'inerzia. La Provvidenza prepara nuove glorie alle mostre armi, e lacerando il nemico con intestine guerre ci avverte
I BIANCO*, Op. dtj II, 309-310.