Rassegna storica del Risorgimento
BIANCHI NICOMEDE
anno
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1917
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pagina
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230
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ID a. Sforza
seguì il 31 dello stesso mese di decembre, forzò il Bianchi a dimettersi. Offertagli la carica di iconsigliere di Stato, preferì tornare al suo vecchio ufficio di preside. Il Natoli, per altro, il giorno prima di rassegnare il portafogli, lo chiamò a far parte del Consiglio superiore dell'istruzione pubblica.
Riunita Roma al resto del Regno, e andatovi Alfonso Lamarmora come luogatenento generale, il Bianchi venne chiamato, con decreto del 14 novembre '70, a dirigere la Scuola tecnica là istituita. Brere fu la sua dimora nella nuova capitale : un successivo decreto del 18 decembre lo nominò direttore capo del R. Archivio di Stato in Torino ; carica che, per una vecchia consuetudine, allora si conferiva esclusivamente a uomini politici, quasi come una ricompensa e un riposo. Fu per questo che la scelta cadde sul Bianchi; il quale, sebbene affatto digiuno di studi paleografiei e diplomatici e straniero nel campo dell'erudizione e della critica medioevale, pure seppe rendersi utile all'importantissimo istituto affidatogli. Per opera sua, tra il 1871 e il '73, furono riunite all'Archivio di Stato le carte della Corte de' Conti subalpina e del Controllo, degù' antichi Senati del Piemonte e di Pinerolo, della Direzione compartimentale del Debito pubblico, della Commissione superiore di liquidazione per le antiche Provincie e de' Ministeri de' lavori pubblici, della guerra e delle finanze. Dagli altri Ministeri, che fin da quando Torino cessò d'esser capitale, vi avevano depositato, ma solo in parte, le proprie carte, potè in appresso ottenere anche le rimanenti, e così l'Archivio di Stato di Torino, sia storicamente, sia amministrativamente, divenne l'Archivio della Monarchia subalpina fino al giorno in cui essa si tramutò in Regno d'Italia. E questo è per il Bianchi bella lode.
In forza del nuovo ordinamento dato agli Archivi, il 31 maggio del '71 alla carica di direttore capo aggiunse quella di soprintendente degli Archivi piemontesi, cioè delle quattro provinole di Torino, Cuneo. Alessandria e Novara. Subito prese a raccogliere notizie intorno a tutti gli archivi governativi, amministrativi, giudiziari, finanziari e comunali di quelle quattro Provincie, e le pubblicò per le stampe, a comodo degli studiosi. Frutto non d'un esame diligente e accurato de* singoli Archivi, ma delle indicazioni avute dalle autorità governative e comunali che li tenevano allora in custodia, è quanto gli fu possibile spigolare in un campo dove fino allora nessuno aveva mietuto.
Coll'intendimento di porre in grado gli studiosi indagatori del passato, di conoscere con prontezza e di usare con facilità le grandi ricchezze, sinora non abbastanza note ed esplorate, del patrimonio .. storico di una gloriosa dinastia e di un forte popolo, che tengono 5 uno splendido posto negli annali d'Italia, e ohe savie animosi par-