Rassegna storica del Risorgimento

BIANCHI NICOMEDE
anno <1917>   pagina <247>
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Uno. storico del Risorgimento italiano S47
Le soscrizioìii vanno a meraviglia; pressoché lutti i possidènti e gl'im­piegati sono sottosegnati, e di giorno in giorno l'idea viene accolta con più amore. Mando a V. E. copia così della prima, come della seconda forinola di soscriàone. E stato d'uopo che io scriva anche la seconda, perchè ad alcuni schifiltosi politici da caffè non era mollo grata la prima; mentre poi, mostrando una crassa ignoranza di diritto costituzionale, la seconda è slata assai bene accolta dai medesimi Come un buon numero di queste firme sarà unito, forse dal bravo e gentile prof. Menabrea potrò intendere il miglior modo dlrego-: lare a Mou fine la cosai, e con quella isoHeci'tudine che imperiosamente è richiesta dalle circostanze, le quali sono gravi e imperiose. H Duca Francesco ha vuotato le casse dello Stato, le spese presenti sono gravissime, le dogane per il subito istaccamento di Massa e Carrara sono a quel confine squarciate, i corpi franchi non sottosoggetti a nessuna regolare disciplina sono causa di grave sciupamento di danaro, il credito pubblico è presso che nullo, l'industria geme, il commercio intisichisce in una languida e moribonda vita. E da un'altra parte regna negli animi uno stato di mortale incertezza, non compatibile con quello slancio di vita che assolutamente vuole questo solenne momento, in cui l'Italia raccoglie tutte le sue forze onde fare l'estremo di sua possa. Il Governo Provvisorio, e forse non del tutto ingiustamente, è accusato d'incer­tezza e di un indugiare pericoloso. Il popolo desidera e vuole una pronta con­vocazione dell'assemblea decidente radicalmente ed assolutamente dei suoi destini ; e questa convocazione pare che per ora non sia dell'intendimento del Governo ; il quale però, fuori forse d'una eccezione, apertamente inclina all'idea del congiungimento piemontese. La assai poca schiera dei repubblicani non osa apertamente gridare Repubblica, ma fa ogni sforzo di persuadere il bisogno dell'aggiornare la scelta dei nostri destini, e cosi furbescamente tenta di vìvere nella speranza di un proprio avvenire. I preti della campagna, per lo più avversi al nuovo ordine di cose, tengono le rozze e facilmente impressionabili mentì idi que' contadini in unoistafo di sordo agitamento e di freddezza mani­festa per la causa nazionale. Queste ed altre cose insomma, o Eccellenza, debbono essere sprone al Governo di cessare da quello stato di provvisorio che non può essere per sua natura stessa di lunga durata e che ha necessa­riamente in se stesso danni e impossibilità di bene radicati e gravissime; savi
Consigli dati, oso lÉi7tte wttàreb:ber.ó' grain bene.
Spero 8 desiderò che l'È. V.- delia bontà della quale per solenne modo
mi ha parlato l'amico mio avvocalo- Orioia di Piacenza, almeno considerando
la cagione per cui ho ardito scriverUv e guardando al nùon volere che mi
anima, si diegnerft d'essermi cortese dì perdono rispetto a questa mia; ed.
eziandio sarà cortese di. permettermi che neiavvenire io possa piuttosto con
fatti che a parole dirmi
Delire. C
Servitore 'UwìliBvmo
EFÌCOMEDB BIANCHI.
A 8. fati M. h. Pareto MkxMà-o degli affari esteri di 8.M. il Ee di Sardegna, òffe eie.