Rassegna storica del Risorgimento
BIANCHI NICOMEDE
anno
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1917
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pagina
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252
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M e. Sforni
Savoia, ed alla testa del valoroso suo esercito, tutto azzardando, tutto posponendo per la causa della grande patria italiana, corre sulle pianure lombarda benedicendo alla divina Provvidenza che lo ha serbato alla grande e subita* missione di liberare la comune patria dalla presenza dello straniero. il Cover no toscano, capitanato dalla secondogenita branca di Gasa Lorena, al contrario si pone, in mezzo al generoso slancio dei suoi popoli alla gretta e subdola opera di unire a se medesimo i paesi transa pennini dell'ex Ducato Estense Senza interpellare il roto popolare, o per testa d'uomo, come fu praticato in Lombardia, od anco per capi di famiglia : facendo premure presso i Comuni di darsi a ini, promettendo agevolezze maliziose, cariche od alleggerimenti finanziari, ed in fine tenendo, per tutta la distesa della nuova e vecchia Lunigiana, per un lungo corso di giorni a far l'opera di emissari fior di giovani. vogliosi di battaglia, e con seco loro una mano di soldatesca; la quale, giunta alla prima Dogana estense, ebbe per tatto valoroso bruciarne i libri di conteggio, quasi ad atto primo: di forzosa concniista. Ma scendiamo di nuovo all'esposizione dei fatti. Dalla lettura del rapporto del colonnello Ferrari, comandante per il Duca Francesco 'V il corpo di truppe estensi nella vecchia e- nuova Lunigiana, manifestamente viene chiaro in primo luogo i che prima del 22 marzo nessun movimento rivoluzionario si manifestò in Massa: secondariamente che il moto succeduto nel giorno ventìdue fu tranquillo, in nessuna maniera contrariato dalla truppa estense, e compiutosi in mezzo agli evviva. Di tutto ciò venne tostamente ben informato il Governo Toscano, elafe l'Autorità governativa di Pietrasanta, alle ore 8 e mezzo della notte tle-Qb. stesso giorno ventidue, colla seguente lettera, pubblicata dalla stessa Gazzetta di Firenze: li popolo di Carrara questa mattina ha disarmata la truppa,.'e si è impadronito delle armi gridando : "V'iva l'Indipendenza italiana, T-iva Pio IX, Leopoldo II e Carlo Alberto. A Massa egualmente il popolo ha inalberate le bandiere tricolori, ha proclamata la indipendenza, e la truppa tutta unita si è fusa col popolo . La medesima autorità gpvrnaLiva. di Pier trasanta, pure con altra Ietterai scritta nello stesso giorno ventici ne. faceva noto, .al Governo toscano, mentre che il Ministero era adunato in consiglio straordinario presso S. A. 1. e R. Il Granduca, che: Il disarmamento della milizia modenese a Massa è stato completo, che il popolo era montato in guardia citr tidlna provvisoria, e <me in Une neppure il noto Maggiore: duerra Aveva fatta veruna opposizione . Conseguentemente il Governo Toscano poteva avere tutta la confidente certezza, che il buon ordine, la pubblica tranquillità, il rispetto alle persone punto non sarebbero turbati nella pacificamente riscossasi vecchia e nuova Lunigiana, in mezzo alla concordia delle voloà a M una perfetta dinientìcansa di' un tristo passato. Molto meno poi poteva a doveva sorgergli in onore il minimo tìmorei ohe; 1 moti massesi -e- carraresi fossero per precipitare In disordinata rivoluzione, capace a turbare la stessa quiete dei Dorainj Granducali; giacché alcun elemento presenziale di questo timore punto non esisteva; ed al contrario i fatti e-ompiùLl 0 sul compiersi concordavano gmMamcufei colle più fine induzioni logiche a niente temere fla un moto, di xm paese vicino, il quale unicamente desiderava quello che avevano ottenuto i: popoli toscani. Al contrario però chiaramente dà a vedere