Rassegna storica del Risorgimento

BIANCHI NICOMEDE
anno <1917>   pagina <253>
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Uno storico del Risorgimento iialkmo 253
il proclama- del Gran Duca Leopoldo del ventidue marzo: Considerando, aìtee egli, di .fatti:-, che la quiete e la sicurezza dei nostri Domini potrebbe essere compromessa dai disordini, che dopo gli avvenimenti poMci di Modena, sì manifestassero nei territori estensi, che coniiiano col Granducato, e che peti ciò è nel nostro diritto e nostro dovere di prevenire i mali, che potrebbero risultare*, siamo venuti nella determinazione di provvedere a ciò che i ter­ritori estensi predetti siano provvisoriamente occupati e ritenuti in linea di semplice presidio dalle truppe Granducali . Atto di strana e misteriosa, po­litica in:'fiero 1
Per timori, che non hanno alcuna prossima realtà, e per tutto si fondano sul vacuo dei probabili remoti, occupare, onde proteggere il proprio paese nella sua quinte e sicurezza, non già presenzialmente sconvolta, ma possibile ad esserlo nel futuro, uno Stato vicino, sul quale non si tengono alcune ragioni di protettorato, 0 di ventura dominazione; libero, indipendente,, non punto sconvolto da cittadine discordie, ma concorda m :ti?anqu?ll> in ;un*opera com­piuta e non avversa al proprio organamento politico; ma anzi pienamente conforme al medesimo; ed occuparlo armata mano, proclamando il diritto che egli debba essere tenuto in presidio dalle proprie truppe contro ogni prin­cipio di diritto pubblico ; 6 senza darne alcun avviso al Governatore tallii lltati di Massa, Carrara e della Lunigiana, tuttora fermo nell'esercizio delle, proprie; funzioni. Se non che a ben considerare viene manifesto, che la vera cagione dell'entrata precipitosa delle truppe Granducali ualla vecchia e nuova Luni­giana si riposa in tutt'altro pensamento ;in. quatto cioè di venire per qualsiasi modo nel pronto possesso dei paesi transapeuuini dell'ex Sitato: ten; Di fatti già il giorno ventidue marzo alle ore cinque poménftiahe l'autorità go­vernativa di Pietrasanta scriveva al Ministro dell'interno a Firenze: * Agiremo con prudenza e con dignità quanto sia possibile per il Principe tosoan nostro amatissimo Sovrano e Padre ; mentre che il colbnnello Ferrara c<miajidanfé militare di que' paesi Bài Duca Ifyaneeseo T, scrive nel più sopra citato rap­porto essere del dover suo restare a Massa, correva il giorno ventitré morso, per non abbandonare le easse il Governo, le autorità, e la stessa città al disordine ed all'invasione dei Toscani . Da questo periodo di tempo prende principio il doppio modi d'agire 'del Governò Toscano col Provvisorio di Mo­dena, onde meglio giungere al proprio Une. È di vero, piti sopra abbiamp udito il Governo Toscaùo aElnchiesta fattagli da quello di Modena : sé egli abbia per avventura prima del 13 aprile intavolate pratiche con Massa a gli Stati di Carrara e della Lunigiana, francamente rispondereche il Governo Toscano ha coscienza di non aver dato niun motivo di dubitare delle, sue piiti amichevoli relazioni; ed assicurare quindi che egli non aveva giammai inta­volate trattative* non concluse convenzioni, sapendo quali sieno i riguardi che si debbono a buon vicino . E al contrario il colonnello Ferrari nella sua sopra­citata relazione afitomia-* Che il giorno 24 Massa e Carrara si erano già date alla Toscàtìàlitò pwo fecola tèargnana il ventisette} essendo in essa en­trate già il giorno Wk le truppe toscane guidate dal maggiore Belìuomiui, il quale prima di parai in marcia emanava da Borgo un ordine dei giorno, che ai soldati diceva: Oggi entreremo iu Garfagnana; rammentatevi che queQa