Rassegna storica del Risorgimento

BIANCHI NICOMEDE
anno <1917>   pagina <254>
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G. Sfama
è terra italiana; i suoi abitanti sono nostri fratelli; questo solo nome vi dice, come dovete condurvi a loro riguardo . Strano linguaggio in vero in bocca di un comandante una colonna, la quale è mandata ad occupare parte di un territorio di uno Stato vicino, solo col timore che venga qualche malanno in casa propria ; come proclamato aveva da Firenze il 23 marzo il Granduca Leopoldo. Lo stesso maggiore Bclluomini dice ai suoi soldati nel medesimo proclama: <t li caso di dover combattere è ora cessato per noi . Dunque questo caso esisteva ; e giacché non poteva essere ohe o contro le truppe estensi o contro gli ostanti popoli della Garfagnana, diventa in vero austriaco il diritto adotto dal Granduca Leopoldo nel suo proclama del ventidue marzo per l'invio delle sue truppe nei territori ex estensi, posti a confine col dominio toscano. Col ventiseli marzo, le truppe toscane presero pure possesso di una parte della Lunigiona a nome del Gran Duca ; come si ha da una lettera scritta da l'aw. Gio. Soragna da Paullo il 27 marzo. Di sopra più risulta troppo chiaro la lealtà del Governo toscano ne.ll'affermare,, ohe egli ha coscienza di non aver dato motivo di fare dubitare delle sue più amichevoli intenzioni; nel dire che ai Deputati di Massa e Carrara furono, in Firenze, manifestati sen­timenti perfettamente eguali a qua' espressi al Governo di Modena ; e nell'as-sicurare di non avere giammai intavolate pratiche con Massa e Carrara ; non mai concluse convenzioni ; mentre che, oltre l'avere le truppe toscane preso possesso anteriormente dì que' paesi a nome del Gran Duca, il Tabboni, incaricato degli Stati di Modena a Firenze* assicurava nella sua del 27 marzo tenere da parte sicura, ed ora a luì riconfermata da non pochi, che dalle Deputazioni di Massa e Carrara si sono tenuti discorsi e ventilati i modi di darsi alla Toscana . Non è più, scrive egli in altra sua, un dubbio, ma una verità, che si è parlato del modo di darsi; sdì Governo Toscano del modo di riceverle . Queste asserzioni del Tabboni sono, pure 'confermate dal Dele­gato di finanza signor Guerra ; il quale da Massa II 2 aprile scriveva: È stata spedita una deputazione a Firenze per combinare la cessione di questo du­cato alla Toscana ; ed essendo essa ieri sera tornata ha manifestate le più lusinghiere speranze da porte del Gran Duca; il quale attende schiarimenti sullo stato fidile rendite pubbliche, onde proferirsi immantinente sulla offerta fatta con condizioni affatto vantaggiose al paese . Il fatto pure di deputa­zioni mandate a tal fine a Firenze è assicurato anco dal signor Araldi, mandato dal Governo provvisorio di Modena a Massa, onde conoscere il vero stato dette! cose.
Come abbiamo veduto, il ministro toscano per gli affari esteri nella sua nota all'incaricato Tahboni non più parla di Governo di Stati di Modena; ma al bene dei due, o tre liberi ed indipendenti Governi Provvisori di Massa, ài Carrara, e di Modena. Ma perchè in allora uscire col Governo Prowi aorlo di Modena nella sentenza,-.rispetto agli affari della Lunigiana, non avere eméssa mai intavolate trattative* non oontìlpfii convenzioni, sapendo rjuaìi sieno i riguardi che si debbono a buon vicino? Ma questa in vero sarebbe stata una protestazione non solo vana, ma eziandio ridicolo, se veramente il Governo Toscano avesse fino da principio riconosciuta la compiuta separazione dei. due Provvisori di Modena e degli Stati di Massa, Carrara e Lunigiana;