Rassegna storica del Risorgimento
BEGANI ALESSANDRO
anno
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1917
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pagina
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270
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70
M. Maaetotti
sedevano reputati cultori di studi storici corno io Scbipa ed il Croce, Plaudi alla proposta del Weill.
Gli stessi scrittori più devoti ai Borboni, come dirò tra breve, pur biasimando la protratta resistenza di Gaeta dopo la restaurazione di re Ferdinando, non intaccarono la fama del Begani, anzi qualcuno di essi lo levò a cielo. Gli stessi Borboni, richiamando due volte in patria l'esule ed affidandogli elevati comandi, mostrarono grande (stima di lui.
Una voce discorde, in si generale ed autorevole consenso, è venuta soltanto dai due redattori della rassegna, i quali banno voluto assumersi l'odioso ufficio di macchiare non solo la fama militare del Begani, ma anche la sua rispettabilità di uomo. A loro si è aggiunto di recente il prof. Guardione che, dopo di avergli prodigate le maggiori lodi nel suo libro su Murai, si è ora, in una nuova edizione di esso, lui pur cosi diligente nelle indagini storiche, lasciato trascinare in errore dalle più infondate asserzioni.1
I
Ma veniamo, agli addebiti della rassegna. Li trascrivo in corsivo.
Fu Begani di famiglia devota ai Borboni, qui educato nell'arie della guerra e poi ufficiale onorato dell'esercito borbonico. Perfettamente esatto e dimostrato, meno una cosa sola. I documenti, dati alle stampe dal Ferrari, provano che il Begani nato in Napoli il 19 giugno 1770 da Angelo Begani, capitano nel reggimento Guardie italiane, e da Francesca Duvivier gentildonna spagnuola, entrò giovinetto nel collegio militare di Napoli e ne usci ufficiale. Di quella speciale devozione ai Borboni, che la rassegna crede di porre in rilievo, non sappiamo nulla. Viene posta in campo unicamente per raffigurare dipoi il giovane ufficiale degenere dalle tradizioni familiari e così colorire con maggiore effetto un successivo, immaginario tradimento.
Fu a Tolone contro i francesi nella spedizione napoletana del 1793. Non sarà male aggiungere che vi si comportò molto degnamente: chi desideri maggiori ragguagli può ricorrere alle biografie dei D'Ayala, del Ranieri ed al volume del Ferrari. Ritornato in Napoli nel giugno xXel i74 : gli storici si accordano nel ritenere che Vamicìzia sua per il Ponimereul, generale ed uomo di sentimenti liberali, fosse stata causa (Iella persecuzione cui lo fece segno l'osservanza borbonica. Gli scrittori
t FRAKCBSCO GUÀRDIONE, (?. Marat in Italia, Firenze) Successori Le Monnler, pagg. 496-504.