Rassegna storica del Risorgimento

BEGANI ALESSANDRO
anno <1917>   pagina <276>
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376 Af. MuezinW
Ad una prima intimazione di resa, risponde che vi addiverrà sol­tanto per ordine del re Gioacchino, e poco dopo compie una vigorosa [sortita. A la minaccia di trattarlo come ribelle replica essere deciso a rendere la piazza soltanto a chi gliela aveva.confidata e che disprozza ogni minaccia; ad una ingiunzione del principe Leopoldo, che gli assegna ventiquattro ore per cedere egli assicura larghi favori : oppone un reciso rifiuto; all'avviso, che costretto a capitolare per fame o per rivolta dovrà subire una sorte severa, risponde di non cono­scere il vocabolo resa ; ad una lettera del generale austriaco indiriz­zata a lui comandante dei ribelli risponde di non trovarsi nella città un tale uomo. Finalmente quando vede ogni speranza perduta per il suo re, e l'assedio non gli permette più via di salvezza, chiede come patti alla resa te liberazione della famiglia di Gioacchino, e di consegnare la fortezza, non all'Inghilterra avida di possederla, come la slessa rassegna accenna1, non al comando austriaco che spadro­neggia arrogantemente nei regno ed ambisce te belle artiglierie di Gaeta, ma unicamente alle armi del suo paese. Devozione e pietà cavalleresca verso una famiglia perseguitata dalla Sventura, nobile sentimento di fierezza e di orgoglio nazionale !
Eloquentemente scrisse il Ranieri: E non fu mai esempio al mondo né di rassegnazione nel patire, uè di longanimità nel resi­stere, né d'impeto nel sortire, né di qualsiasi altra maniera di abne­gazione e di coraggio, che quel capitano e quel presidio non offris­sero in abbondanza .2 E ben disse il Croce: il Begani, nella difesa di Gaeta diede luminoso esempio di fedeltà militare, d* intrepidezza. di avvedimento e di nobile sacrificio di sé medesimo .-
In tutta questa lotta eroica e disperata di un uomo contro un avverso destino, che cosa rileva la rassegna ? Una frase poco felice, ed una proposta eccessiva dei governatore. Questi, lamentandosi che il ministro gli avesse inviati, per lavorare i biscotti operai senza uten­sili, senza denaro, morenti di fame ed in troppo numero, soggiun­geva si trattava forse di approvvisionare l'esercito di Serse I * Per tale espressione, certamente poco adatta in una corrispondenza ufficiale, e sfuggita in un momento di esasperazione, la rassegna giudica il
1 IÌO tosso '6òsi3SOT.tìw ammette ette erano corse trattative tra il Murai e lord' Wellington per la cesatone di Gaeta all' TngUllterra. Lo conforma il MANFRONI nello note. 30 e 38 all'eURlona dol Colletta, voJs. jfy fcagg. 245 e 3561,
- Noffefe Inforno alta vita ed atti di M Mmm fSfr:po 18*35.
* AÌ del Vip Congresso* già indicati,, pag. ?*:
! Documentò pubblicato dal FBKRART png.29.