Rassegna storica del Risorgimento
BEGANI ALESSANDRO
anno
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1917
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pagina
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279
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U generale Alessandro Segoni e i suoi accusatori 879
fesa.' Però né i compilatori di esse né i sovrani o capi di repubblica ohe le sancirono previdero mai (e si intende facilmente) l'ipotesi, non infrequente nella storia di cambiamenti di dinaslia. Caduto irrevocabilmente Gioacchino Murat ritornato sul trono Ferdinando IV con la garanzia della Santa Alleanza, il resistere ancora sarebbe stato un' insania. Al silenzio delle leggi suppliscono la logica e le norme eterne del rispetto della vita umana, condannando inesorabili ogni vano sacrificio di essa. Il mio onore ed il mio dovere - scrisse il Begani al comando austriaco - mi obbligarono fino ad oggi a difendere questa fortezza : il buon senso e la ragione mi consigliano ora di cederla, giacché la resistenza non avrebbe ormai alcuno scopo, ed io sarei responsabile del sangue che sarebbe versato senza una causa abbastanza seria .2
Ingiusta adunque tanto l'una che l'altra accusa: il maresciallo doveva per le leggi dell'onore tener fermo, come tenne, finché una speranza restava per il cavalleresco Gioacchino : allorché questa disparve, si determinò alla resa, che differì soltanto*di pochi giorni per nobile pietà verso un'alta sventura, per onesta fierezza di soldato, per un santo interesse del suo paese.
Si aprì con la resa la tana di Gaeta, chiusa lungamente per forza di inerzia da fenomeno di vergogna e di paure che non conobbero Ancona e Pescara... Inerzia, vergogna e paure per un comandante che con pochi viveri, senza denari, per quattro lunghi mesi nei più tormentosi frangenti, affronta imperi errilo ogni pericolo, compie vigorose sortite, vince sedizioni, rivolte, congiure, respinge fieramente severe intimazioni e le grazie di un. prìncipe reale? I
A quanto pare, la rassegna jflnébì difensori di Pescara e di Ancona, ignora che essi deposero le armi, come scrive il Colletta alle prime intimazioni, benché avessero: autnerose squadre, armi soverchie, vettovaglie abbondanti,.... temendo lo sdegno e la superbia del rè . *jìft fcfe comandanti - prosegue l'insigne storico napoletano - due
i Jjegi francesi dai 16 maggio 1793 e 11 novembre 1796, art. 1, n. 8 e del 21 nebbioso, anno V della repubblica, art. 7, n. 8, estese al regno di Napoli. Art. 209 del codice penale militare francese; art. 84 del nostro.
s Lotterà al barone Lauer, generalo nuBtrlnco, del 5 agosto 1815. riportata dalla monografia del Bffluuuu, pag. .
* Opera e paragrafo citati,