Rassegna storica del Risorgimento

1837 ; FRANCICA DI PANCALI EMANUELE ; SIRACUSA
anno <1939>   pagina <1090>
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Enrico Mauceri
furono seppellite le ossa di quelli innocenti, per rossore eterno del dispostismo dei po­tenti affratellati, senza potere eclissare la grandezza di crucila classica terra, sede della sapienza e delle arti.
Quest'è il rapporto dei fatti e non delle opinioni, o poesie, come si scrisse dall'av­vocato Ondes Regio, ed altri, li quali vollero mettere la falce nelJa messe altrui, mentre li fatti* per non disperdersi si scrivon da coloro, che furono presenti, e da coloro che si trovarono attori nella scena dei rivolgimenti di un popolo, che scuotere volca il suo insoffribile giogo, e che prima volea maggiormente romperla in vista di quel devasta­tore morbo. Se Siracusa cadde nell'anarchia, non so se fu colpa di una plebe méssa nell'estrema miseria per la gravezza dei pesi e prepotenza dei governanti, e potente* mente illusa dal morbo che la distruggeva, che rompeva sola in massa, o di quei, che potendo frenarla non vollero, anzi si studiarono perderla aizzandola ed abbandonan­dola a sé stessa, senza forza d'armi, senza unione di magistrati, per ottenere, che un paese vicino per opera dei suoi nobili spargendo l'oro a piene mani, ne cogliesse il flutto, per indi gravare con la loro potenza cresciuta, più duro giogo contro quel po­polo innocente ed ignaro che diceano migliorare, e cosi ottennero la divisione di due popoli fratelli, per imperare dividendoli, e trionfare il dispotismo dei nobili, puntelli del trono e della tirannide.
Dato fine alla storia della rivoluzione di Siracusa del 1837, fa duopo dare qualche cenno dei fatti, che accaddero nei paesi vicini a quella. 1 paesi, che ruppero a vista di Siracusa, o con Siracusa furono Floridia, e Cannicatini Bagni. Fioritila, paese a 9 miglia distante da Siracusa, e sua antica colonia, grossa di più .di 9 mila abitanti, in stretta simpatia di sentimenti e di accordi sociali con Siracusa, se l'esempio influì n mettere l'ultima mano a travagliarla chi ha fior di senno sei veda. Le patite oppres­sioni ed aggravi molta vendetta aveano covato in quei cuori sensibili, e più ancora rimmincnte pericolo, a cui erano per correre per la troppa vicinanza, e questi due sentimenti s'amalgamarono in tutto l'abbattimento popolare.
Nei grandi tradimenti sociali, il sospetto popolare sempre si fissa nei più scelle­rati, e Tira cittadina si rovescia sopra essi. Come il colera romoreggia in Siracusa, ed i Siracusani, che fuggivano là ricoveravansi, l'interesse di questo popolo compiangeva la sventura dei Siracusani, ma rivolsero lo sguardo alla loro condizione, e comincia­rono a trepidare per se. Era il paese oppresso da una mano di eminenti scelerati.
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Costoro, ed altri di minor conto, riuniti in fazione, commettevano le più esecrande celleraggini, che mai dir si possono nella storia degli umani delitti.
Costoro presero in appalto la gabella del macino e tutti li censi della Duchessa Partanna padrona del paese. Cominciarono le più inaudite concussioni, orrende estor­sioni e immensi assassini. Gl'infelici Floridiani in tanto diluvio di sciagure ne intesero tanto più il peso quanto più erano stati inawezzi a quei terribili balzelli, mentre ammi­nistrandosi in economia trovavansi in un rilascimento di sorveglianza. Carcerazioni e multe immense ai contravventori; per un tozzo di pane immesso in contrabbando
vraivono confiscati della vettura e multati a cinque onze e altri terribili castighi
Senza dire le fraudate mercedi ai contadini bracdalieri, bastonate ai resti dei loro cenni, le minacce ai deboli, gli scrocchi, le vendute sentenze, i falsari contratti, la barbanza, l'orgoglio, la ferocia avevano composto il flagello del paese, lo rabbia vendi­cativa a tale giunse, l'altiera burbanza dell'Aecapnto, che aoleo dire nelle prepotenze, Ferdinando re delle Sicure, ed Accaputo il Sovrano di Fbridia. In questo stato di cose ero Floridi quando aweravansi li movimenti di Siracusa che spinaero quel