Rassegna storica del Risorgimento

1837 ; FRANCICA DI PANCALI EMANUELE ; SIRACUSA
anno <1939>   pagina <1096>
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Enrico Mauceri
le violenze del Del Carret.o uccisero il Toloncse, la moglie, i quattro suoi Batclliti salvando però Mistretta riguardandolo amico. Giunge del Carretto iu Siracusa con fregate a vapore seco portando duemila circa di soldati Svizzeri; fu suo primo pensiero d'ordinare che la popolazione di Siracusa deponesse Tarmi sotto l'aspra ed inumana pena del bombardamento; ed anzi seguivano a sua ordinanza colpi di cannone a palla. I siracusani vollero deporre l'armi non per timore del Del Carretto, ma pell'amore che nutrivano, verso Ferdinando creduto innocente.
L'infame del Carretto chiama a se il GIc l'ansi comandante della Piazza di Sira­cusa, il quale lo mette in chiaro di ciò che era accaduto. Egli ordina che fossero tosto a lui tradotti il Barone Pancali, Frane. Mistretta, Mario Adorno e ciò fu eseguito; i primi due si scusano dicendo di non aver potuto reprimere il furore popolare ed anzi il Sig. Mistretta dichiara d'aver conservato e custodito il processo insieme alle carte rinvenute nel Tolonese per impedirne la pubblicazione colla stampa desiderata dai siracusani. Ma Adorno imperterrito e senza mendicar scusa si presenta al reo del Car­retto il quale lo rimprovera per avere scritto il proclama, lusinghiera e vana promessa. Adorno minaccia del Carretto di far palese al Rè l'accaduto, di descriverglielo qual traditore del trono, qual capo sedizioso dell'infame setta degli avvelenatori. Il del Carretto però avvezzo al misfatto non mai all'insulto si adira ed ordina che Adorno ed il figlio fossero sottoposti alla forma semplice d'un giudizio subbitaneo per quindi essere fucilati. Ciò produsse che Adorno coraggiosamente accetta la sua condanna; ma dichiara solennemente che la sua punizione come quella di Gesù Cristo sarebbe il simbolo della redenzione dell'umanità afflitta dal micidiale cholera.
Intanto per indicazione di Mistretta eletto già uomo di legge nei consigli di guerra, furono arrestati moltissimi individui tra i quali Concetto Lanza e Giuseppe Scartata complici allo scoprimento, agli arresti e morte del Barone Vaccaio, di Vico, delli Greci ed altri.
Fu scritta la prima sentenza di morte contro Adorno padre e figlio, Lanza e Scar­tata che fu subito eseguita, ma momenti pria della fucilazione quasi all'avvicinarsi del luogo della espiazione della pena Scadala chiede un sigaro che gli fu accordato per mostrare che il Salvatore dell'umanità l'innocente sa morire con indifferenza, il quale fatto straneggiava principalmente un Capn0 Svizzero. Adorno non lasciava di rinco­rare il figlio piangente ed invocando Iddio giusto per punire l'infame del Carretto ed i suoi acelerati complici. Altre sentenze di morte e di pena temporale furono eseguite, tra i condannati a morte Rispoli (celebre nome) perchè Sacerdote ebbe commutata la pena in 20 anni di reclusione che ancora sta espiando nel forte di Siracusa. In mezzo a tanta strugge, in mezzo all'amaro pianto d'innocenti famiglie, come i loro capi inno-centìssimi, il del Carretto trovava il suo riposo nelle danze, nelle feste, nei banchetti, nella caccia ed in altro che non occorre dire; lo sgherro del Carretto non ancora con­tento della punizione dei siracusani, punisce anche il suolo privandolo di Capo Valle trasportandolo in Noto cui come prezzo rubbò 2000.
Era interamente compita la missione per Siracusa, Catania e Messina, formarono la scelerata precauzione dell'inumano del Carretto e quindi ordina che i veleni conser­vati nel Duomo fossero trasportati sulle fregate a vaporo per poi alleviar le famiglie Catanesi o Messinesi; nell'esecuzione del suo ordine volle egli essere presente trattan­dosi di grave affare: cinque svizzeri ebbero l'incarico d'introdnrsi nella camera del Duomo ove ai trovavano i veleni ed all'aprirsi della porta, quei cinque meschini s'am­malarono di cholera ed immediatumontc morirono sullo stesso luogo. Del Carretto sebbene scoraggiato insieme al Vescovo Amorelli che vi assisteva, mette in UBO gli