Rassegna storica del Risorgimento

1837 ; FRANCICA DI PANCALI EMANUELE ; SIRACUSA
anno <1939>   pagina <1100>
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Enrico Mauceri
così lo confortava D martirio per la patria vale quanto il martìrio per la religione! Coraggio! la posterità conserverà il nostro nome: coraggio, molti sguardi sono rivolti BU di noi: mostriamoci degni figli della Patria di tanti eroi! erano Mario Adorno e il figlio.
E giungevano nel luogo dell'esecuzione con l'idea di dover entrambi allo stesso tempo cadere sotto le palle dei soldati; ma ecco già dato l'inumano comando di fuci­larli un dopo l'altro, e primo il giovine. Allora un velo di sangue cuopre gli occhi dell'in­felicissimo padre: orribile disperazione l'investe, i suoi capelli sono irti, il suo corpo trema, le sue labbra stanno per profferire la più. possente imprecazione.
...Ab. si perdoni quel primo impeto di paterno dolore* ma esso è momentaneo: Mario Adorno è già colmo; ecco torna ad udirsi la parola forte: Viva Siracusa! I tuoi figli o magnanima Città sono destinati a soffrire prove contro le leggi di natura* ma ì tuoi figli non piegano! Animo o giovinetto, alta la fronte, fa che mi abbia il contento di vederti morire da nomo! ed egli stesso con sovrumano coraggio ordina il fuoco. Cade il primo in tal guisa il giovine, e sull'esanime, e palpitante suo cadavere, lo sven­turato padre! Così Dei-Carretto non ha trionfato che un minuto: l'eroismo ha vinto la barbarie: la vittima ha avvilito il carnefice!
Così finiva quell'uomo egregio che fece dar tomba al famoso Cholera nella Patria del divino Archimede!...1'
J) Con dolore rammentiamo come tutti gli individui dell'afflitta famiglia consu­mate le sostanze per salvarli e poi, soffrendo le spese dell'immane giudizio, vedutisi anco costretti ad emigrare volontari! di quei tristi luoghi, quante volte per le loro domestiche circostanze furono astretti a peliziooare presso il caduto Governo per qualche onesta situazione ne vennero sempre rigettati dalle Bgherresche osservazioni di quella Tigre Ministro di Polizia, che dopo esecrai imbrattato nel sangue del martire glorioso, negava dar pane ai suoi discendenti perchè ne portavano l'innocente cognome.
(Stamperia D'Amico Arena)