Rassegna storica del Risorgimento

STATO PONTIFICIO
anno <1939>   pagina <1102>
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Alberto M. Ghisalberti
sedizioni che egli condanna, e un male dì avere un profluvio di scritti che protestino, critichino e condannino il Governo ". Per quanto, poi, riguarda il Primato, non siamo alieni dal pensare che la copia trovata dal Sandri in quella che era la biblioteca privata di Pio IX sia stata effettivamente in mano al futuro pontefice, insieme con l'opuscolo del Peruzzi che confutava la tesi del Gioberti, prima del conclave del 1846. 2>
Ma dalla lettura di queste opere aveva Pio IX ricavato un pro­gramma organico e coerente? Noi non lo crediamo e siamo da tempo convinti che il Pontefice non abbia avuto presente, nei primi giorni del suo regno, altro che il noto memorandum indirizzato nel 1331 dagli ambasciatori delle Grandi Potenze al suo predecessore. Preoccupato delle condizioni interne dello Stato, addolorato della situazione di tante infelici famiglie colpite dalle condanne prodigate tra il '31 e il '45, Pio IX era convinto, sì, della necessità di alcune riforme amministra­tive, legislative e giudiziarie e di qualche tempestivo mutamento di sistema, ma non era affatto disposto, per esempio, a far suo lo spirito del libretto azegliano, nel quale egli deplorava, come abbiamo veduto, molte menzogne e calunnie sfrontate e la spinta data a un profluvio di scritti che protestino, critichino e condannino il Governo. 3)
H pubblico, però, favorevole come ha scritto il Rosi a chiamar liberale qualsiasi cardinale eletto pontefice che non si fosse già rivelato tenace nell'intransigenza, fin dal primo momento interpretò a suo modo gli atti di Pio IX, entusiasmandosi ad ogni gesto, senza preoccuparsi di penetrarne i motivi ed il significato. L'élection de Mastai fut aussi saluée cornine une victoire parce qu'on sut qu'il était le candidai des cardinaux les plus opposés à Lainbruschmi, au parti Gregorien, Autrichien, Jésuitique: dans l'opinion publique tout cela est synonime, scriverà il 28 luglio 1847 il Rossi, il quale aggiungerà anche di essere incerto nel determinare se il Papa stesso si rendesse
*) Lotterà da Imola del 19 aprile 1846, riferita da p'. Giovanili A. Grassi S. J. a p. TapareDi (23 aprile): ved. P. PntRX, Carteggi delp. Luigi TapareUi d*Azeglio della Com­pagnia dì Gesù, Torino, Bocca, 1922 (fiibl. di Storia ital. recente, voi. XIV), p. 182.
2) Vedi L. SANOBI, La biblioteca privata di Pio LXt in Rassegna Storica del Risor­gimento* a. XXV (1938-XVI), pp. 1426-1432.
3> Vedi C. SPEtLAWZON, Storia cit, voi. Ili, p. Ili deH'Avvertenza ; P. SILVA, L'equivoco del liberalismo di Pio IX, in II lavoro, 9 settembre 1936; C. SFELLANZON, La coerenza politica di Pio IX, in // Giornale d'Italia, 5 febbraio 1937. A conclusioni uguali a quelle dello Spella wson era, del resto, giunto ventanni prima Al. Rosi, Storia contemporanea d'Italia, Torino, Utct, 1914, pp. 176-178 (vedi anche l'ediz. 1934-XI1, pp. 296-297). Anche per il MONTI, op, cit., p. 54, il liberalismo di Pio IX si dimostrò nulla più. che un moderato desiderio di concedere delle riforme