Rassegna storica del Risorgimento
BEGANI ALESSANDRO
anno
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1917
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pagina
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285
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B generale Alesammo Beguini e i muti mcmirtort W>
nell'esercito napoletano, tutti, anche Guglielmo e Gabriele Pépe, e Giuseppe Uosaroll e tanti altri già difensori della repubblica partenopea e poi dei due re francesi, ti solo Begani andò in bando, e comunque sapesse la sórte, che Io attendeva, pure prestò anche egli giuramento. Questa circostanza, che tutti, si rassegnarono al nuovo governo, avrebbe dovuto indurre i redattori del periodico napoletano anziché a scagliarsi contro il Begani, ad un concetto più elevato, cioè ad indagare la ragione, per cui anche uomini ardenti di amor di patria e di libertà si piegarono a servire ancora sotto il dominio borbonico.
Non dobbiamo giudicarli con i criteri dell'ultimo periodo di esso, quando si lottava per l'unità nazionale e per istituti rappresentativi e democratici, e molto meno con i criteri più larghi ed avanzati del tempo nostro, ma con quelli dell'epoca loro. Gli uomini di quella generazione erano stati educati sotto l'influsso del grande movimento intellettuale, sorto nel Mezzogiorno d'Italia nella seconda metà del secolo xviH e diretto a conseguire con la monarchia, secondo l'antica e secolare tradizione nostra, e con i Borboni, ancora circondati daR*àiurétola di liberatori dello Provincie napoletane dall' umiliante vÌGereame spagnuolo, ordini più civili di governo. Non altro volevano Guglielmo e Gabriele Pepe ed il Rosaroll, comunque avessero subito dal vecchio Ferdinando il primo, 31 supplizio delle fosse della Favi-gnana, gli altri la deportazione in Francia.
Caduto irremissibilmente il regno del Murai* domata la rivoluzione dalla Santa Alleanza, che impediva o soffocava ogni libera aspirazione, non videro altra via di rendersi utili al loro paese che quella di accettare ancora una volta il dominio borbonico. Giuseppe Poerio, il grande giurista e patriota napoletano che, memore dell'orrenda reazione del 1799 aveva spontaneamente lasciato la sua città, scriveva alla moglie da Parigi il' 2-4 luglio 18Ì5* dopo l'annusila decretata dal Borbone: I giornali, .clii Germania Ti portano gli editti del nostro rei Ferdinando. Q. e tnltò H mondo li abbiamo trovati pieni di giustizia e di saviezza. Questo sistema riunirj sinceramente tutta la nazione innanzi al Trono* Tu sai che io so tollerare infortunio, ma non l'umiliazione. Sarei perciò l'uomo più desolato della terra se, mentre tutti i miei compagni godono degli effetti delia moderazione del Governo, io solo fossi nel lutto e Io tossi sotto il pretesto della mia ultima partenza daapo lo dunque SODO in perfette regola e temerei di offendere la giustizia e la magnanimità di fet Maestà Sé dubitassi clièi miei diritti di* ladino, di barone .* di magistrato napoletano non siano rispettati. '
1 Pubblicata dal CROCEI,; .Jiftlf! tìtertiO pei* te jinmtneìù mptiùUiw M 30 marzo 10.17.