Rassegna storica del Risorgimento
STATO PONTIFICIO
anno
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1939
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pagina
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1118
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1118 Alberto M. Ghisalberti
éconoinies, qui perinettraient alora d'uméliorer la condì tion économiqnc dea emplovés de ccs bcancb.cs importante? et de les rendre aitisi moina accessibles à cotte séductiou. ayant malheureuaement pour résultat pcatique de faire preaque toujours pencher la balance, non pas du coté du droit, mais en faveur de la partie qui a le plus d'argent, ou de crédit dans les nacttes régions gouvernementales. 4?
Quasi a conferma delle preoccupazioni del diplomatico olandese* il 22 giugno il G-izzi ammoniva in una Notificazione, che fu molto criticata, che il Papa era fermamente deciso a progredire nella via dei miglioramenti amministrativi, ma con saggia e ponderata graduazione, e dentro i limiti determinati dalle condizioni essenzialmente convenienti alla sovranità e al governo temporale del Capo della Chiesa Cattolica, a cui non possono addirsi certe forme che minerebbero resistenza della sovranità medesima, o diminuirebbero per lo meno quella estrinseca libertà ed indipendenza nell'esercizio del Primato Supremo, per la quale libertà e indipendenza Iddio dispose nei profondi suoi Consigli che la Santa Sede avesse un temporale principato. Alte e solenni parole, ma tarde, ormai, e inefficaci di fronte all'aggravarsi di problemi che un anno di pontificato aveva posti o accentuati, non risolti. Unico risultato tangibile, il sacrificio del Gizzi, vittima della propria notificazione, che aveva incoraggiato i retrogradi, deluso i moderati, esasperato i liberali.2)
(Continua). ALBERTO M. GHISALBERTI
i) Lettera del 19 maggio: Le Pape lui-méme convenait avec moi que le Motuproprio, après huit: mois d'élaboration n'était qu'un essai et un posticelo , Rossi a Guizot, in LEDERMANIV, op. cii.. p. 341. E la sperata laicizzazione del Governo non sì effettuava, ved. d'Azeglio a Farmi (17 maggio 1847) in FARINI, Epistolario, cit., voi. I, p. 649.
2) Ved la lettera di Giovanni Corboli al nonno (20 luglio 1847) sulle preoccupazioni di quei giorni, dopo la concessione della Guardia civica (5 luglio), in MANNO, op. cit., p. 139: Do un anno in qua gli elementi del bene sono per noi cresciuti moltissimo; gli elementi del male non sono cresciuti; ma, di occulti che erano, son divenuti terrìbilmente manifesti . E il d'Azeglio lamentava col Farini (17 maggio): Il Papa è un nomo eccèllente; quelli che lo circondano sono il solito canagliume romano; e poco dopo: Bisogna per forza accettar l'eredità del sistema passato; molte difficoltà e nessun sapere, nessun talento, nessun carattere per vincerle (14 giugno): ved. FAIUNJ, Epistolario, voi. I, p. 649 e 659.