Rassegna storica del Risorgimento

MUSEI ; SOLFERINO E SAN MARTINO
anno <1939>   pagina <1120>
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1120 Antonio Monti
dei quali morti a San Martino; fra le facsimilazioni sono artisticamente intercalati alcuni squisiti acquarelli dei pittori Bossoli e Prosdocimi che riproducono le località caratteristiche delle varie città le quali hanno dato i natali ai più notevoli combattenti. Gli autografi sono divisi in due gruppi e fra l'uno e l'altro gruppo vi è tutta una serie di figurini militari dell'esercito piemontese del 1859, opera del pittore Quinto Cenni.
Negli spioventi della vetrina vi sono altri autografi di combattenti, diversi esem­plari di libretti militari, una pregevole raccolta di monete, di distintivi militari, di bottoni e di oggetti religiosi appartenuta a soldati dei tre eserciti che si scontrarono nella storica giornata. Nella parete di contro vi sono sei grandi planimetrie topografiche che misurano complessivamente 18 metri per 4 e che riproducono i sei momenti tattici della storica battaglia la quale, come ognuno sa, durò per tutta la giornata del 24 ghi­gno, dalle quattro del mattino alle otto di sera. Questi grandi quadri sono limitali alla base da eleganti vetrine metalliche, con illuminazione interna, che contengono numerose uniformi dei tre eserciti, ma specialmente degli eserciti italiano ed austriaco, tutte rarissime e di grande pregio, e fra le quali spiccano per la sua importanza l'uniforme completa del generale Cucchiari, quella del conte Piatii, valoroso combattente ferito e decorato nella battaglia e un grande cappottone bianco di cavalleria austriaca. Completano le uniformi molte rare buffetterie.
Nel centro del salone un prezioso cimelio colpisce subito l'attenzione del visitatore. Si tratta dell'autografo della Rassegna di Novara, poemetto che Costantino Nigra scrisse appunto in occasione della fondazione degli Ossari di Solferino e San Martino. Anche nel centro del salone, su apposita base e protetto da una vetrinetta, è il berretto del prode generale Arnaldi, caduto alla testa delle sue truppe nel glorioso fatto d'armi.
Da una parte e dall'altra sono invece due ampie e spaziose vetrine a tutte luci nelle quali sono esposti i cimeli più significativi della battaglia, fra l'altro le sciabole dei generali Cadorna, Cucchiari, Marezzo della Rocca, Arnaldi.
Altri quadri e grandi trofei d'armi su basamenti e ai muri completano l'arreda­mento di questo vasto e interessante salone con due belle vetrine, una delle quali con­tiene una raccolta di proclami e manifestini e bollettini della guerra del 1859, mentre nell'altra si possono ammirare moltissimi disegni e schizzi dei pittori Norfini e Pontremoli, ambedue al seguito dell'esercito piemontese ed ambedue quindi testimoni oculari dei fatti d'armi ritratti. È intuitivo il valore documentario di questa serie di disegni.
La terza sala, nonostante contenga tre grandi quadri ad olio, rappresentanti il re Carlo Alberto e i generali Alfonso La Marmora e Enrico Morozzo della Rocca, e, in un grande tabellone, una serie di disegni e stampe popolari sulla battaglia di Palestre è piuttosto dedicata a ricordare l'esercito austriaco. Nel centro della sala si può osser­vare infatti, su apposita base, un ricco ed artistico album donato alla Società dall'im­peratore Francesco Giuseppe e che contiene tutti i ritratti dei principali capi dell'eser­cito austriaco nella guerra del 1859. La vetrina che fa da sfondo alla sala contiene tutta una serie di lucidi a colori illustranti le varie fasi della campagna e ognuno corredato da minute spiegazioni, eseguiti per la Relazione ufficiale austriaca della campagna dei 1859. Nello spiovente della vetrina vi 6 poi la sciarpa del principe di Wmdischgrfitz cugino dell'Imperatore, ucciso all'assalto di Guidizzolo.
Questa, a grandi linee, è la fisionomia del nuovo Museo che viene a completare una lacuna molto sentita nel complesso dei monumenti di Solferino e San Martino. L'edifìcio è completato con l'alloggio del custode e con ima bella sola, al primo piano, per le sedute della Consulta, sala dalla quale si accede a un ampio terrazzo donde si può contemplare, fino al Lago di Garda, tutto l'ampio terreno della Battaglia.