Rassegna storica del Risorgimento

ANNALI 1706 ; SAVOIA (CASA)
anno <1939>   pagina <1122>
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VARIETÀ, APPUNTI E NOTIZIE
LA CORTE DI SAVOIA DURANTE L'ASSEDIO
DI TORINO (1706)
Il 1705 si chiudeva per il Piemonte tra le ansie più atroci.
Era caduta Verrtia;- era caduta, dopo due anni di lotta eroica, Monunegliano; era prossimo a cadere anche il castello di Nizza. Vittorio Amedeo era rimasto solo, con poco piò, di 10.000 nomini, *) a sostenere l'impeto incalzante del nemico, che frattanto pre­parava nuovi cannoni e masse più fitte di fanteria per ricingere d'assedio Torino, e con maggior violenza, al ritorno della primavera.
Il Malbourough aveva dato bensì incarico al Principe Eugenio di portarsi in soccorso del Duca e lo aveva all'uopo fornito di tutti i mezzi, necessari; ma il Principe persisteva nel suo convincimento che fosse sufficiente una pressione indiretta sulle piazze lombarde per allievare il peso che gravava sul Piemonte senza punto addi­venire ad una congiunzione delle armi, nella quale, e giustamente, il cugino vedeva l'unico mezzo perchè si decidesse per sempre la partita tra la Gasa d'Asburgo e I Borboni. I
Tuttavia ilDaca non si perdeva d'animo, e pur prevedendo imminente un disastro, si apprestava arditamente per un'estrema difesa.
Nel gennaio del 1706 diede ordine di riattare, nel minor tempo possibile, con opere in terra, le antiche fortificazioni della piazzaforte di Chcrasco, in gran parte demolite nel 1691, quando i gravi rovesci subiti lo avevano costretto a concentrare tutti i suoi sforzi intorno all'importantissima cittadella di Cuneo. 3)
*) Rinforzi dall'Impero gli giunsero alla spicciolata, sicché si può calcolare che al principio della primavera il suo esercito contasse al massimo 16.000 uomini, di cui alTincirca cinque mila cavalieri. (Vedi AsstJM, L'assedio di Tonno e la battaglia di Torino, Giani, Torino, 1926).
2) Vedi CABLO CONTESSA, L'alleanza di Vittorio Amedeo II Duca di Savoia colla Casa d'Austria e colle potenze marittime, in Le campagne di guerra in Piemonte, 1703-08, voi. V (Torino, Bocca, 1933). Vedi anche E. ROTA, Le origini del Risorgimento parte I, p. 50 e sgg. (Milano, Vallardi, 1938-XVI).
Non solo la storiografia italiana, ma anche la straniera continua a dare il merito al Principe Eugenio (e non unicamente a Vittorio Amedeo) di aver attribuito un'im­portanza capitale al fronte italiano nel periodo della lotta perla successione di Spagna. (Vedi, tra i più recenti studi sull'argomento: E. RETTER, Politile und Kriegfuehrung. //ire Bekenschung durch Prìnz Eugen, Berlino, 1934; H. WJSJSBT, Der italienìsche Kriegsschauplius in europaeischen Konjlikten. Suine Bedeutung fax die Krìgsfuhrung an Franhreìoha Nordosigrcmcn, Berlino, 1937).
) La demolizione s'iniziò precisamente 1*8 giugno 1691 con la distruzione del castello e delle altre fortificazioni esteriori della-città. L'ultima opera mandata in rovina fu la bellissima torre principale, rotonda, su cui posavano cinque pezzi di cannone che battevano tutta là pianura circostante. L'ordine di smantellamento fu dato agli