Rassegna storica del Risorgimento
ANNALI 1706 ; SAVOIA (CASA)
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1939
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1124 Marino Ciravegna
d'onore e vi appiccò il fuoco* che fu però sabito represso; un'altra percosse un cornicione dei SS. Sudario, altre penetrarono nel giardino senza recar peraltro danno alle persone.
Come primo rifugio della famiglia ducale era stata scélta Cherasco, che era allora la piazza più saldamente munita; in caso di pericolo, i familiari si sarebbero trasportati ali infuori della mischia, a Genova, e qualora ivi le accoglienze, per ragioni politiche ben note, non fossero state sufficientemente rassicuranti, probabilmente a Livorno, presso il Granduca di Toscana.
La comitiva si mosse il 16 giugno, di mercoledì, nelle prime ore del mattino.1;) Era composta di Madama la Duchessa Reale Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, della consorte del Duca Anna Maria d'Orleans, dei due figli, il settenne Vittorio Amedeo Filippo e il piccolo Carlino, di due anni minore (il futuro Carlo Emanuele ili), del Principe di Carignano Emanuele Filiberto, vecchio e sordomuto e della consorte, dell'inviato di Olanda signor di Venderneer, del gran Cancelliere e di numerosa Corte. Partirono più tardi, per Cherasco, per tenervi il Magistrato, la Camera dei conti con il suo primo presidente Antonio Cauda, conte di Casellette, e il consesso dei senatori, dei quali era a capo il primo presidente Guglielmo Leone conte di Leyni.
La città fedelissima, benché ridotta in tristi condizioni economiche per le ingenti spese sopportate, tra l'altro, per il mantenimento nell'inverno di un protervo reggimento di cavalleria alemanna, ricevette gli illustri ospiti con grandi onori. La Duchessa Reale con i principini prese stanza nel palazzo della famiglia dei Conti Guerra. Madama Reale ebbe particolare dimora nel palazzo Salmatoris;- e poiché aveva avuto cura di portare con sé, nel viaggio, la preziosa reliquia della SS. Sindone, la volle collocare nell'elegante saletta che si apriva a capo del grande salone, ornata di bei dipinti e di figure simboliche, opera pregevolissima del valente pittore Sebastiano Taricco. La Sindone fu esposta, per i sette giorni di dimora dei principi, alla pubblica venerazione.
Messa in salvo la famiglia, Vittorio Amedeo il dì successivo lasciò anche lui Torino uscendo, all'incirca con quattro mila cavalli, alle ore dieci dalla porta di Po, devotamente salutato dalla popolazione che s'accalcava al suo passaggio: era seguito dal generale di Belcastel, inviato d'Inghilterra, ed aveva ai fianchi il Principe Amedeo di Carignano, figlio del vecchio Filiberto, ed Emanuele di Soissons, nipote di Eugenio di Savoia. Era intendimento del Duca di tener l'aperta campagna per soccorrere di vettovaglie e di monizioni la città assediata, e di molestare il nemico* in attesa di unirsi con l'esercito del cugino, il quale, finalmente compreso il pericolo che la guerra si conchiudesse davanti a Torino e tutta la massa dei nemici si rovesciasse su di lui, si era scosso dal suo caparbio ottimismo e si avviava, senza fretta però e senza entusiasmo, verso il Piemonte dalle rive del Garda ove si era ritirato dopo l'infelice battaglia di Calcinato.2)
A Torino Vittorio Amedeo aveva lasciato, con tutta la fanteria e con oltre 500 cavalli* il comandante degli* imperiali, il Conte Ulrico Daun, il quale'ben meritava
9 II Fea e l'Assum riferiscono la partenza della Corte al giorno successivo e la partenza del Duca alla notte tra il 18 e 19. Le date qui riportate sono precisate da un testimonio oculare ài fede indiscussa, il Conte Maurizio Robbio già citato. Anche nelle citate Memorie giornaliere del Segretario comunale di Cherasco Pietro Sebastiano Manno, inedite, si legge alla data del 1.6 giugno 1706: giunta in Cherasco M. R. la Duchessa di Savoia con il Principe di Piemonte et Duca d'Aosta et M. R.....
2) Eugenio venne in Italia unicamente per preservare l'avvenire della Casa d'Austria, Egli, come dimostrò il Contessa, era, nell'animo, profondamente ami Sabaudi sta.