Rassegna storica del Risorgimento

ANNALI 1706 ; SAVOIA (CASA)
anno <1939>   pagina <1126>
immagine non disponibile

1126 Marino Ciravegna
B Duca da quattro giorni ri trovava a Cuneo, i cui cittadini, per timore che i francesi si portassero nuovamente sotto le mura della città, stavano provvedendo alle opere necessarie per una valida difesa. *)
Il La Feuillade raggiunse il 2 loglio Mondovì senza trovarvi resistenza: i mondoviti, non avendo modo di opporre alcuna salda forza all'invasore, con la speranza di salvarsi dalle contribuzioni e dai saccheggi consegnarono al La Feuillade le chiavi della fortezza e prestarono giuramento di fedeltà. L'atto imprudente salvò per altro la vita ai dne Principi di Carignano, i quali ottennero di recarsi nel loro castello a Racconigì con gli opportuni passaporti e con una scorta.3'
Approssimandosi il nemico a Cuneo, il Duca cerca nuovamente di sfuggirlo. Il 4 luglio, lasciata una retroguardia formata di un reggimento di dragoni e di 500 cavalieri, rompe audacemente la rete che lo stringe d'ogni parte e si spinge verso Salnzzo; il 17 a Staffarda infligge una grave perdita al generale Auheterre, a cui il La Feuillade aveva affidato temporaneamente il comando* e lo costringe a ritirarsi; il giorno successivo a Luserna sventa, con l'aiuto di 1200 Valdesi, il tentativo del La Feuillade di penetrare nella valle del Pollice. Stabilitosi a Bxbbiana quando sa del ritorno a Torino del nemico, continua per più giorni a fare scorrerie ed operazioni di disturbo; il 28 luglio è a Polon-ghera; ai primi di agosto, con singolare audacia, si porta in vedetta sulla piana di Carmagnola.
Ma ormai gli aiuti ardentemente sollecitati stanno per arrivare: il Principe Eugenio, superate le linee francesi che custodivano l'Adige, si avvicina con il suo esercito poten­temente riorganizzato, mentre il La Feuillade, avendo rinuncia lo al suo inutile tentativo di schiacciare il Buca, spera, con un nuovo: attacco delle fanterie e con un violento bombardamento, di atterrire i cittadini della capitale e di costringerli alla ribellione. I due cugini il 29 agosto s'incontrano ad Isola d'Asti3) proprio quando i torinesi, orinai esausti e quasi privi di munizioni, stanno per soccombere, dando però, nell'estrema disperazione, fulgide prove di coraggio indomito e di fermezza eroica.
Quel che segue è troppo conosciuto anche nei più minuti particolari perchè sia il caso di ripeterci. A noi basterà ricordare, come conclusione delle notizie sinora riferite, che dopo hi vittoria di Torino la Corte ducale, ormai tranquilla e sicura, potè far ritorno alla capitale.
Partita sopra le galere apprestate dalla Repubblica di Genova, fu accolta a Savona con grandi magnificenze; trattenutasi ivi sei giorni, nuovamente s'imbarcò per pro­seguire il viaggio per Albcnga, dove la Repubblica aveva fatto per il suo passaggio grandi preparativi. Ma, giunta davanti alla pìccola città, in causa di un improvviso vento contrario fu costretta a rientrare a Savona, ove si fermò per altri due giorni.
*) Vedi Cronologia storica della città di Cuneo (Cuneo, Tipografia Subalpina, 1889, p. 80).
2) In tatti i lavori che trattano di questo argomento si legge che a Mondovì i due Principi furono fatti prigionieri dai francesi. La versione da me data è confermata dal Memoriale storico detta città di Mondovì, p. 259, del CANAVESIO, che è una fonte assai degna di fede. Probabilmente il presunto arresto è stato confuso con un sopruso cui furono fatti segno più tardi r dne Principi nel castello di Racconigì da un distaccamento francese di circa 1000 cavalieri, comandati dal brigadiere signor di Boncl (vedine la relazione in data 4 agosto 1706 nello studio già citato del Contessa, a p. 489, Doe. n.1043).
*) Cosi il Contessa nel lavoro più volte citato, in base a documenti riferiti in appendice* Comunemente si legge che l'incontro avvenne il giorno successivo a Carmagnola.