Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; ESERCITO ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1939>   pagina <1128>
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Carlo Antonio Vianullo
La pace di Milano che avrebbe fatto decadere le clausole transitorie dell'armistizio fa concordata il 6 di agosto. Fu discussa alla Camera piemontese il 13 dicembre susci­tando fieri contrasti da parte dell'opposizione preoccupata anche del problema degli emigrati dei quali era necessario sistemare con una legge generale che fu invocata, la posizione giuridica nel Regno. Fu votata il 9 gennaio del 1850 dal secondo Ministero d'Azeglio nel quale era entrato il Cavour.
CARLO ANTONIO VIANELLO
CONSULTA DELL'AW. BENVENUTI SULL'AMNISTIA AUSTRIACA
DEL 24 APRILE 1854
Varii sudditi austriaci, nativi della Lombardia, abbandonarono l'esercito austrìaco a Cui appartenevano in qualità di ufficiali, e presero servizio nell'esercito sardo.
Si domanda:
I. Se sia ad essi applicabile il Proclama 12 agosto p. p. 1849 del Maresciallo Radetzky con cui viene accordata l'amnistia ai sudditi LombardoVeneti assenti esclusi soltanto alcuni pochi, ivi nominatamente indicati?
II. Se, indipendentemente dall'amnistia, possono chiedere la emigrazione?
III. Quale sia in faccia ali Austria la loro condizione?
IV. Qua! via si presenti per sottrarli al rigore delle leggi austriache?
I - QUESITO
Parrebbe a prima giunta che la generalità delle espressioni adoperate dal Mare­sciallo Radetzky comprendesse indistintamente anche i militari, poiché l'amnistia venne estesa a tutti i sudditi lombardo-veneti assenti. Se nonché è da sapersi che i mili­tari costituiscono un corpo, mia classe totalmente distinta dai cittadini, e che essi diventano, per così dire, sudditi di tutto l'impero anziché d'una data provincia a cui cessano d'appartenere col solo fatto della loro aggregazione all'armata, come in virtù di questo solo fatto restano sciolti da qualsiasi dipendenza verso le autorità provinciali si politiche che giudiziarie. In conseguenza è allora difficile estendere le surriferite espressioni, apparentemente latissime, ai militari austriaci nativi del Regno Lombardo-Veneto.
Forse il proclama 12 agosto p. p., isolatamente considerato, potrebbe lasciare qualche dubbio, ma il dubbio è risolto dai posteriori proclami del Maresciallo Rade­tzky coi quali accorda l'amnistia ai militari dal sott'ufficiale in giù, e lo è specialmente dal proclama 18 agosto p. p., con cui esso Maresciallo promette di voler concedere ai Sudditi lombardoveneti che rimasero nel regno la identica grazia impartita col pro­clama 12 agosto p. p. a quelli, che se ne allontanarono, ed avverte a chiarissime note che la grazia con comprende gli ufficiali in attività di servizio ed in istato di pensione,
II QUESITO
La facoltà di emigrare in Austria e limitata ad alcune condizioni tracciate dalla Sov. Patente 24 marzo 1832. L'art. 3 dice che la domanda di emigrazione deve contenere:
Ad e) se al ricorrente incombessero particolari obbligazioni dipendentemente da pubblici impieghi o dalla sua condizione, ovvero se tali rapporti non avessero cessato che da poco tempo, la prova ulteriore che anche per ciò non esiste impedimento.