Rassegna storica del Risorgimento
AUSTRIA ; ESERCITO ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno
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1939
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pagina
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1133
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Libri e periodici 1133
edite, insieme col commento storico, grazie alle core che eoo tanta passione ha dedicato a mi lavoro per più aspetti complesso e difficile Ugo da Como.
H primo volume, dopo l'analisi storico-filologica delle fonti, la quale serve d'ampia introduzione allo studio e all'interpretazione del materiale adunato e di critica alla letteratura vecchia e recente sull'argomento, riporta i documenti ufficiali (dalla memoria del Testi sui disordini e mali della Cisalpina, del 2 giugno 1798, al messaggio di Bonaparte al Corpo legislativo della nuova Repubblica, del 28 luglio 1802), che consentono di seguire il lavorio di Milano e di Parigi sboccato nella riorganizzazione della Cisalpina, o, meglio, nella sua trasformazione in Repubblica italiana. Il secondo volume (parte I) s'apre col canto del Monti pei Comizi e colla celebre orazione del Foscolo, e prosegue coi lavori preparatori della consulta, cogli atti e verbali delle commissioni e delle assemblee legislative, coi dispacci diplomatici e con atti parlamentari ed estratti di giornali ùtili a lumeggiare le impressioni, le reazioni e le manovre suscitate dai comizi in Austria, nel Ducato di Modena, in Inghilterra, in Prussia, in Russia e a Roma. Così si ha la collezione delle fonti che potremmo dire ufficiali . Nella seconda parte del secondo volume troviamo la documentazione privata , in certo modo correttiva o, almeno, integrativa della precedente: diari, memorie, lettere, versi. La prima parte del terzo volume contiene il commentario storico del Da Como, steso sagacemente sulle fonti da lui pubblicate. Nella seconda parte, in corso di stampa, avremo le note biografiche dei deputati, il cui numero preciso ancora non è calcolato con esattezza, ma dovrebbe aggirarsi sui 550 qualora si includano nel computo i rinunciatari, gli esclusi e gli assenti da Lione.
Esaminando queste ricche fonti, equilibratamente sfrattate dal Da Como nel suo commento storico, possiamo stabilire con una certa sicurezza che le varie relazioni ed esposizioni sui Comizi stese da coloro che vi parteciparono e dai cronisti, tanto-quelle favorevoli, quanto quelle negative, tanto quelle elogiastiche (ben poche, in verità, e soltanto ufficiali), quanto quelle scettiche e amare, hanno tutte una grande importanza, perchè testimoniano con sincerità (anche l'ampolloso verso del Monti è sincero nella sua povertà spirituale) i vari stati d'animo dei ceti e delle classi dell'alta Italia, all'inizio del sec. XIX, di fronte ai problemi cittadini, regionali e nazionali, all'occupazione francese e alla personalità di Napoleone; le ideologie pratiche (municipalismo, regionalismo, federalismo, unitarismo) in contrasto; il progressivo estinguersi dei gruppi giacobini sopraffatti dalla corrente moderata, che è la tradizione più forte e più radicata nelle nostre dottrine politiche; la volontà di Bonaparte sempre più diretta verso mete cesaree; il prevalere di una visione economica della vita politica propria dei ceti abbienti lombardi, talché, eccettuati alcuni pochi, vediamo nei più dei deputati milanesi il desiderio di ottenere concreti risultati sul terreno economicofinanziario, e assai minor cura per i véri problemi politici; fugaci entusiasmi e duraturi disinganni; una diffusa coscienza di non essere chiamati a decidere ma ad approvare; un sentimento ugualmente diffuso di astio contro i francesi, ma una non meno generale rassegnazione, o vane declamazioni; un deciso attaccamento al principio che il potere politico, o la carica politica, non debba essere disgiunto dal possedere beni di fortuna; desiderio di lunghi anni di pace operosa e feconda; qualche concreto atteggiamento costruttivo in vista di ampiameuti territoriali della Cisalpina desiderati per ragioni economico-regionali o anche per più alte aspirazioni nazionali (importanti, a questo riguardo, le Considerazioni del Compagnoni, ora per la prima volta pubblicate, perchè fondono i motivi della tradizione dello stato regionale con. programmi più vasti, e in esse, quindi, si respira l'aria del Risorgimento); superstiti ideali settecenteschi, dove si mescola al patto sociale un eroismo di maniera; programmi in complesso molto angusti; cricche paesane* come l'olonìsmo , e rivalità campanilistiche; intrighi e brogli por ottenere cariche (dalle manovre in grande stile, come quelle della banda Forraigini, che si vale della complicità di Giuseppina, a quelle, molto più limitate di centinaia dì aspiranti a dignità, onori e prebende); un