Rassegna storica del Risorgimento

AUSTRIA ; ESERCITO ; SARDEGNA (REGNO DI)
anno <1939>   pagina <1134>
immagine non disponibile

1134 Libri e periodici
comune desiderio di veder rispettata la legalità, sia per l'indole conservatrice defla massa
dei deputati scelti tra i possidenti, sia per risentimento contro l'arrogante procedere
francese; la mancanza quasi assoluta di un ben quadrato spirito d'iniziativa nel tentare
di risolvere i problemi politici più importanti in comunione d'intenti e di sforisi; molte
querimonie in sé giustificate, ma che, se capaci, da un lato, di fare spiccare il senso
d'onore dei deputati italiani, dall'altro, accentuano la tristezza e la meschinità della
loro situazione. Invero non si trattava di deputati a un'assemblea costituente, bensì
di inviati, scelti dalle autorità francesi in Italia più che dagl'italiani, a una consulta
(con fondatezza il Lemmi usa costantemente questo termine nel recente rifacimento
del suo pregevole volume su l'Età Napoleonica) *) convocata dal governo di Francia e,
per esso, dal primo console Bonaparte, sicché il succedersi degli eventi si segue meglio,
nel suo significato sostanziale, nei carteggi tra i diplomatici accreditati a Parigi e i
loro governi, che non nelle lettere dei nostri deputati, i quali, a ben vedere, non
ottennero nulla che Napoleone non volesse largire, neppure l'attributo di ce italiana
sostituito a cisalpina , giacché anche questo era, da lui voluto, contrariamente alle
apparenze da lui stesso create per mascherare la finzione coi caratteri della realtà.
Le aspre parole del Botta rispondono, quindi, a una chiara visione dei fatti, sia pure un po' avvelenata dalla non ancora deposta mentalità rivoluzionaria, e concor­dano coi giudizi del Filos e di tanti altri che si rammaricavano di dover essere les marionettes de Lion , e di far le spese dei sanguinosi, ma non sempre falsi, commenti della stampa inglese.
Il Da Como, tuttavia, nota che negli sviluppi impensati, quello che doveva riu­scire soltanto un grande giury elettorale, destinato a essere mortificato e diviso, potè pesare negli ultimi ritocchi costituzionali, far sentire, al dittatore di Francia, che la ammirazione per lui non era servitù, e che si guardava a un eminente italiano, a Francesco Melzi. Non so quali fossero precisamente gli sviluppi impensati, perchè, se ci furono, riuscirono tulli a scapito dei nostri deputati, che, dopo aver molto discusso intorno a un progetto costituzionale, s'accorsero che quello definitivo, loro letto, era tutt'altro. Sicuramente] il fragore di applausi che salutò l'annuncio della vice-presidenza del Melzi, tanto spontaneo e ardente quanto freddo e stretta­mente d'etichetta quello che accolse la presidenza di Bonaparte, fu dimostrazione significativa; ma non è gran cosa. Arrigo Solmi scrisse che per la prima volta... dopo parecchi secoli di servitù, si raccoglievano i rappresentanti di varie provincie italiane, già separate da barriere insormontabili, a trattare liberamente dell'assetto politico della patria . E fu in questa fusione di uomini di diversa origine sociale e re­gionale, convenuti per uno scopo, formalmente unico, il valore della consulta di Lione nella storia d'Italia. In quanto al liberamente , lasciamo andare.
L'abbondante documentazione del Da Como riesce feconda a considerarla anche sotto altri punti di vista. La politica di Napoleone, favorevole al clero e di restau­razione in tutti i campi, balza fuori da ogni pagina; e cosi pure il suo tempera­mento di gran regista della scena politica, tradito talvolta da impeti d'ira, ch'egli, però, sapeva subito far convergere nella parte leonina della sua azione. Altri passi concorrono a illuminare la storia delle dottrine politiche in Italia, quantunque i maggiorenti lombardi si siano mostrati poco fertili di progetti costituzionali: non del tutto a ragione, quindi, si lamentavano che altri li trattasse da grassa gallina .preoc­cupati com'erano soprattutto di non lasciarsi mangiare le superstiti rendite. I sogghigni dei rimasti in Italia alle 'spalle dei partenti sono tristi perchè denotano la nessuna unità morale e la scarsa coscienza politica, ma presentano quadretti psicologici at­traenti e dipingono meravigliosamente gli aspetti dei diversi partiti politici. Pagine di diari, come quelle delTArrivabcne, contengono descrizioni pregevoli; altre, special­mente di religiosi, sono, invece, aride e scialbe.
fl Milano, F. Vallerai, 1938.