Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <3>
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FONTI E MEMORIE
GLI IRPINI DELLA RIVOLUZIONE DEL 1820
NELL' ESILIO
{Continuazione - v. Rassegna Storica del Risorgimento n. 12, dicembre 1939)
ESULI IRPINI NELLA SPAGNA
Seguiamo altri profughi nella Spagna, specialmente quelli che erano appartenuti all'esercito borbonico, i quali con altri disgraziati politici, i Piemontesi, che erano appartenuti all'esercito sabaudo, potevano cava­lieri erranti della libertà difendere ancora quella Costituzione, che ivi aveva avuto sua culla e trovava ora suo ultimo asilo. Infatti in quel tempo nella Spagna si combatteva per difendere quel regime libero contro un re spergiuro, contro preti e frati armati di Crocifisso e schioppo e contro gli antiquati, barbari principi sostenuti dalla Santa Alleanza.
A mala pena vi ebbero posto piede che eccoli minacciati da una terribile epidemia, la febbre gialla, che in quell'anno'1821 dall'agosto al dicembre desolò Barcellona con la strage di un 30 mila persone; purtroppo tra queste vittime ben 21 dei nostri italiani. Meno male che quel Governo non fu loro ostile, anzi le Cortes con magnanima disposi­zione, degna della fama di generosi che godevano allora gli spagnuoli, decretarono per tutti gli esuli un'annua pensione da pagarsi dal pubblico erario; ma questo soccorso durò poco. E poiché per ragioni di ordine pubblico il Governo non poteva tollerare la presenza di tanti stranieri addensati in un sol luogo e pensò di distribuirli in piccoli centri, alcuni degli espatriati più. autorevoli, per non lasciar languire la loro fede e anche per potersi riunire, fondarono una società segreta, che si propago fra tutti gl'italiani.
Il primo irpino ad approdare alla terra spagnuola fu LORENZO DE CONCILI. E Guglielmo Pepe ci fa sapere nelle sue Memorie *) che e il Colonnello De Goncilj, che era giunto in Barcellona pochi giorni prima di lui, comportavasi onorevolmente e con dignità . Eppure il nostro povero proscritto qui trovava la persecuzione di gente trista emigrata, che sotto la maschera di patriotti coaducevasi in modo da
i) Cfc. G. PEPE, Memorie, Parigi, 1847, voi. II, p. 145.