Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <5>
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Gli Irpini della rivoluzione del 1820 nell'esilio 5
insieme indirizzato a Nicola Lucente ed all'ex-maggiore Vincenzo Pisa delle lettere ove deploravano che il dispotismo commetteva eccessi nelle Due Sicilie e chiedevano notizie sulla certezza della guerra tra la Russia e la Turchia, senza di che era inattuabile ogni loro progetto .n
LOBENZO DE CONCILI il 1 giugno 1821 da soldato volontario alla dipendenza del generale Milans del Bosch aveva offerto il suo braccio alla terra ospitale in difesa di quegli ordini liberi, pei quali aveva tanto operato nella terra nativa. Quando poi fu organizzata dal Mina la Legion Liberal Estrangera, il nostro fuoruscito da colonnello di cavalleria Compania Sagrada (la lista dei volontari vedila nell'Appendice), fu di quei demonios come eran chiamati gli esuli che combattevano contro l'esercito francese, che, complice della Santa Alleanza, nel 1823, con 100 mila armati occupava la Spagna. Ma purtroppo nulla può il valore contro il soverchiante numero e i soverchianti mezzi, e con la capito­lazione di Barcellona la causa liberale spagnola fu perduta. Egli con la moglie riuscì a riparare in Inghilterra; invece 30 altri esuli napole­tani, i quali avevan preso le armi sotto bandiera italiana, che tennero alta gloriosamente nobilissimi negli intenti, disgraziati nella sorte furono fatti prigionieri e deportati in Francia. Fra essi: CAMILLO VIL­LANI di Avellino VINCENZO DEL SORDO di Nusco ANTONIO GIOR­DANO di Montefusco SEVERINO DE CRISTOFARO di Summonte ORA­ZIO MARRANDINO di Castelvetere. E onore al nome italiano, che sui campi di Olot, di Pineda, di Tordera, Santa Coloma, Roda, Cassa della Selva, G-renollers, Matarò, Pallejà, Lladò, ben 21 ufficiali e 300 soldati italiani se non esagera il Giovagnoli lasciarono la vita:2* essi attestavano che non erano soltanto queruli e supplichevoli in terra straniera, ma all'occorrenza, per. la libertà anche altrui, gli Italiani sapevano valorosamente combattere e morire!
Pur nella Spagna restava con altri il menzionato Nicola Lucente soprannominato Fucile , di Catanzaro, che qui ricordiamo qual viceintendente di Avellino durante le famose cinque giornate e gran cooperatore di esse. Rifugiatosi a Barcellona era passato a Madrid, a Siviglia, a Cadice? a Tangeri nel Marocco, donde avendo avuto notizia nel 1828 il Ministro della Polizia napoletana che egli era impiegato in quel R. Consolato, scrìsse al Console che se mai ciò fosse, se ne disfa­cesse subitamente giacché trattandosi di un esiliato, pessimo soggetto
l) Ivi, Protoc. di Polizia, voi. XIV, anno 1831.
3) Gfr. R. GIOVAGWOIJ, Risorgimento italiano dal 1815 al 1848, Milano, Vallateli p. 318.