Rassegna storica del Risorgimento
1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
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1940
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Gli Irpini della rivoluzione del 1820 ridi'esilio 7
già il cantore dei Sepolcri per conservare indipendente l'orgoglioso suo spirito viveva a Londra in volontario esilio, quando primi ad aggiungersi colà dei fuorusciti napoletani furono i generali Guglielmo Pepe e Carrascosa, che incolpandosi l'un l'altro del disastro del marzo 1821 smaltivano nel febbraio del 1823 con la spada alla mano il loro risentimento, presente San torre di Santarosa, che fu uno dei padrini. L'anno dopo troviamo in Londra 83 connazionali, *) di quelli che dopo avere appartenuto ai due eserciti sabaudo e borbonico, per la libertà della patria loro si eran fatti ribelli e si erano poi battuti, come abbiamo detto, per la libertà della Spagna, donde provenivano. Tra costoro erano de' nostri: LORENZO DE CONCILI e CAMILLO VILLANI di Avellino, ORAZIO MARRANDINO di Castelvetere e SEVERINO DE CRISTOFARO di Summonte che tolse in moglie una giovane britanna, Sofia Collins di Blankners.
Sbalestrati in quel lontano paese dopo aver lasciato ogni cosa più caramente diletta, senza rapporti col nuovo ambiente, ignari i più di essi della lingua, strappati ai loro agi o alla professione lucrosa, si trovarono la maggior parte privi dei mezzi di sussistenza. Perciò il primo Segretario di Stato lord Canning in ripetuti abboccamenti col Ministro napoletano plenipotenziario in Londra, conte di Ludolf, e con l'Ambasciatore sardo, conte d'Aglié, si fece autorevole e pietoso interprete dei loro bisogni : pietà vana, purtroppo! poiché il Ministro napoletano in nome del suo Governo respinse una tale proposta di soccorsi, e l'Ambasciatore sardo potè ottenere dal Governo suo un sussidio di 15 sterline soltanto per ciascuno dei propri sudditi che si fosse deciso ad abbandonare l'Inghilterra per qualche altra destinazione lontana. Ai soccorsi provvide allora la generosità di quel popolo; i giornali inglesi perorarono la causa dei poveri esuli e sopra tutti il Times levò la potente sua voce in favor loro. Grandi somme si raccoglievano per sottoscrizione, illustri dame le accrescevano aprendo dei bazar a benefìcio dei rifugiati, i quali ricevevano dal così detto Comitato italiano il sussidio di 15 scellini per ognuno la settimana. Per quanto il valore del denaro a quei tempi fosse assai diverso dall'attuale, quei 15 scellini settimanali poco più di 18 lire bastavano appena per non lasciarli morire di fame! Per il nostro DE CONCILJ che viveva in Southampton perseguitato da una condanna di morte e da un'altra che lo dichiarava pubblico nemico, ma confortato dall'amicizia di nobili famiglie, il reale ammiraglio
I) Ofi Arch. Si. Nap,, Minist. Esteri, Espulsi : il fase. 3802 riporta gli 83 nomi. Una più lunga lista di 93 rifugiati italiani compilata sotto la data 8 luglio 1824 dal generale De Meester, segretario e tesoriere del Comitato inglese cheli sussidiava, leggeri ne Gli esuli italiani nella Svizzera per ROMEO MANZONI, Milano, Caddeo, 1922.