Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <8>
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Vincenzo Camtaviello
Otway ivi promosse una particolare sottoscrizione che fruttò 150 lire sterline; ma il fiero irpino dignitosamente le rifiutò dichiarando in una lettera pubblicata dal giornale The Southampton Herald del 5 set­tembre 1825 (la riportiamo neT Appendice) che il danaro ricavato in Ispagna dalla vendita dei gioielli della moglie, usato con economia, gli permetteva di sostenersi qualche anno ancora. Egli, l'excolonnello, preferendo di campare la vita col lavoro, si piegò al grossolano mestiere di domatore di cavalli! dell'agosto dell'anno seguente una supplica autografa della moglie del De Concilj rimessa al conte Ludolf per S. M., nella quale ella implorava che l'unico possesso d'un podere rimasto in Avellino all'infelice marito non subisse la sorte degli altri possessi venduti per rimborsare il Tesoro dei danni patiti dall'opera dei rivoluzionari (riportiamo anche questa nèSAppendice).
Altri esuli, anche essi insofferenti più dell'umiliazione di un soc­corso che dei disagi, si adattarono ad un lavoro nuovo che li mettesse in grado di vivere con una certa dignità. Così con lo scrivere sulla Divina Commedia del nostro sommo Poeta e col dare lezioni di lingua italiana ad intellettuali miss della buona società, Gabriele Rossetti sostentava la vita e teneva un saldo legame spirituale con la patria perduta; allo stesso modo, insegnando (e insegnò per circa diciotto anni in Londra), si guadagnava un magro pane Carlo Alfieri di Angri, come pure l'abate Minichini di Nola, prima in Londra, poi in Birmingham; egualmente aveva fatto il Foscolo, egualmente s'ingegnavano di fare molte altre altere coscienze italiane.
I più facevano rivivere in Londra ciò che nella loro patria era stato il crogiuolo dei loro ideali e dei tentativi di libertà, cioè una Ven* aita Carbonara che secondo una persona sicura contava 57 affiliati, con Pasquale Maenza (di Bisceglie) presidente, Domenico d'Apice (di Napoli) segretario, e tre Piemontesi Voarino, Licone e Lanza assi­stenti. E ne facevano parte CAMILLO VILLANI di Avellino, Antonio Girci (di Napoli), Carlo Alfieri (di Angri), Domenico Aracri (di Catan­zaro), Benedetto Sangiovanni (di Laurino), Benedetto Albano (di Napoli), Emanuele Zupi (di Fiumcfreddo).
Le loro adunanze riferiva la persona sicura sono sì segrete, che non si è potuto scoprire la casa in cui le tengono, e la Polizia di qui è del tutto inutile per simili ricerche. Non si può dubitare che oltre i tre Piemontesi non siano anche aggregati alla setta altri Italiani, ed Esteri, e probabilmente (alimi Inglesi forse del Comitato Italiano, e sembra tanto più fondato questo sospetto, che han somministrato dei soccorsi a Domenico d'Apice, ed un'altro socio di nome Falco, che la setta spedisce a Lisbona per aprire cola delle relazioni, e se è possibile delle filiazioni con questa principale Vendita come ancora colle diverse società segrete sparse sul