Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <12>
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Vincenzo Cannaviello
nazionale e per il Pepe nella casa di questo, la sera del 5 febbraio 1821, agitandosi la discussione sulla imminenza della guerra, egli aveva fatta l'ardita proposta di prendere in ostaggio la persona del Principe Reg­gente, manifestatosi poco disposto a sostenere le nazionali franchigie.l) Era stato a premura del Pepe la nomina di 11 a pochi giorni del De Luca a Intendente del Molise; e quivi lo aveva colto la reazione. Fu fortunato se potè scamparla con un passaporto per Tunisi. Si recò dapprima a Messina, donde riuscendo assai difficile un trasporto diretto per la sua meta, nell'assenza dell' Intendente ottenne dal Segretario generale 1 autorizzazione di seguire la via di Malta, dove le imbarcazioni per Tunisi erano frequenti. 2> E cosi il DE LUCA, il 24 febbraio del 1823 sbarcava a Malta. Ivi trovava, fra gli altri rifugiati, Gabriele Rossetti (che di qui poi passò in Inghilterra, ove lo abbiamo incontrato), il quale, occupato ad insegnar lingua e letteratura italiana, ne ritraeva discreto profitto, oltre a godere la protezione delle principali famiglie inglesi dell'isola; vi trovava l'ex colonnello napoletano Francesco Capecelatro insieme con la moglie e sei figli i fratelli Domenico e Gabriele Abate-marco di Montesano, che istruivano nelle belle lettere i figliuoli del Capecelatro: tutti d'una condotta irreprensibile nella lusinga di essere richiamati nel Regno.
Era Regio console napoletano colà Antonio Girardi, una tipica figura poliziesca, come appare dalle stesse sue relazioni, il quale preoc­cupato che quei fuorusciti troppo vicini al Regno potessero turbarne la tranquillità, li vigilava con animo pieno di ansia di levarseli dai piedi, sollevato solo quando li vedeva ripartire. Contrariato dalla protezione che le autorità inglesi dell'isola offrivano loro, insisteva con esse per lo sfratto di quelli più in vista. Perciò e per il continuo pedinamento e spionaggio con cui li circuiva diventò 1* incubo dei profughi.
Presentatosi il DE LUCA al Girardi, nel. fargli il racconto delle sue infelici condizioni di aver dovuto abbandonare in patria moglie e figli,8) lo pregò di permettergli un breve soggiorno in quell'isola, adducendo il
Z) Gr. Arch. St. Nap. Casa Reale busta 1676, Siniscalchi al Vicario.
2) Non è esatta rafferma/ione di mons. A. M. JANNACCHINT a p. 250, voi. IV della Topografia storica dell'Irpinia: Per prima fermossi a Tunisi, ma noiatosi dello star quivi ramingò pei mari fermandosi indi a Malta .; Pietro De Luca non fu mai a Tunisi, e dell'avergli permesso di seguire lo via di Malta col proseguimento per Tunisi (che il De Luca però non fece) il Direttore della Polizia del Regno mosse grave appunto al Segretario generale dell*Intendenza di Messina.
3) La moglie Floriana Guacci ed i figli Pirro Giovanni, divenuto primo presidente della Cassazione di Napoli, e Paolo Emilio canonico della Palatina di Montefusco (cfr. N. V. TESTA, La famiglia De Luca, Napoli, Stai, tip. Silvio Graziano, 1922).