Rassegna storica del Risorgimento
1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
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1940
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Gli Irpini della rivoluzione del 1820 nell'esilio 15
Stati e dei Re; un individuo gradito soltanto a quei deliranti complici de' suoi delitti. Queste rimostranze orali seguite da un'insistente nota d'ufficio finirono col vincere la riluttanza britannica e una sera il Poerio nel rincasare venne ammanettato e imprigionato e dopo meno di una settimana, il 16 luglio del 1823, con grande sconforto dei compagni, con viva soddisfazione del console, da un Pacchetto inglese era trasportato a Gibilterra. Alcuni giorni dopo da Napoli il presidente dei ministri principe Ruffo poteva vantare così l'energia del suo Governo con l'augusto sno signore che trovavasi a Firenze:
...Quanto terrore abbia sparso questa vigorosa disposizione (lo sfratto del Poerio) nell'animo, e nel morale dei pochi sciagurati, e folli compagni dei di Ini misfatti, e dclirj, quanto sulla opinione abbia influito, è più facile lo immaginarlo che descriverlo* Basta dire, che per tre giorni consecutivi nessuno è più comparso sia nelle strade, sia nei pubblici e privati luoghi di adunanza. Il chimerico, ed imaginario appoggio tanto vantato della Gran Brettagna è apparso anche nella mente dei più accesi fanatici nel suo vero aspetto; la illusione è finita...
Subito dopo la Polizia napoletana di Malta, presa baldanza, intimò lo sgombro al Principe di Baucina e a D. PIETRO DE LtrcA. Di che misfatti erano questi incolpati? Il Principe di'Baucina ebe percorresse le strade col suo Processo sotto il braccio declamando contro il Sovrano; il DE LUCA che fosse in continui abboccamenti con i suoi protettori, che erano quegli stessi del Rossetti, e frequentasse la casa dei cavalieri fratelli Parisio, i suoi migliori amici. Ma la protezione che i due esuli avevano trovata in alti funzionari del Governo ostacolò l'ordine di partenza. Anche a Padre Marrone (un siciliano di Naro), che era stato e si manteneva nella terra d'esilio un ardente Carbonaro e che una volta in un pubblico caffè all'ombra dei fiaschi ed al calore del rum con un bicchiere in mano aveva gridato Viva la libertà, Viva l'Italia provocando il coro infiammato dei compagni, il Vescovo e la Polizia intimarono il ritiro nell'isola di Gozzo, col divieto assoluto di rimetter piede in Malta. Intanto mentre il già ricordato conte di Ludolf, Ministro di S. M. Siciliana in Londra, si adoperava e invano col Primo Segretario di Stato sig. Canning, per l'allontanamento da Malta di tutti questi sudditi napoletani troppo vicini e perciò pericolosi alla tranquillità del Regno, un bastimento austriaco altri ve ne sbarcava il 15 agosto 1823: D. Luigi Vernieri di Salerno, D. GAETANO RICCIAKDELLI architetto di Avellino, il cognato D. PASQUALE ROTONDI, modico di Torrelenocelle, e un domestico di questo, LUIGI CAPRAHIELLO, che era stato Gran Maestro della Vendita Carbonara di Nasco. Arrivavano dopo una serie di peregrinazioni, sbattati dall'uno all'altro paese, come naufraghi sospinti dalla