Rassegna storica del Risorgimento

1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno <1940>   pagina <16>
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Vincenzo Cannaviello
cieca violenza di una tempesta. Eliminati dalla patria e respinti dallo Stato Pontificio, si eran lasciati trasportare a Tunisi, donde eran passati a Livorno, e di qui venivano a Malta con passaporti che segnavano la mèta di Smirne. A questi profughi della sua stessa terra, che arrivavano disorientati ed avviliti, il DE LUCA andò incontro con lo slancio della pietà e dell'affetto, e lo stesso giorno del loro sbarco li invitò a pranzo, al quale parteciparono pure il Rossetti e qualche altro. Il Console, al solito, sollecitò i tre nuovi arrivati a sgombrare, e infatti poco più di una settimana dopo essi dovettero riprendere la loro via crucis, partendo per Corfu, dove li rincontreremo. Intanto quello spionaggio assiduo, quell'ostilità della Polizia consolare finirono col costituire l'incubo di quei poveri esuli, specialmente del DE LUCA, che, esasperato, appena gli si offrì l'occasione di abbandonare Malta, ne profittò: ciò quando il coman­dante di un brik da guerra di S. M. Britannica cercò un interprete che conoscesse bene l'italiano e l'inglese e potesse anche dare lezione a bordo ai suoi ufficiali. Era stato accettato un profugo siciliano, Carlo Merlo x) (quello che tre anni dopo a Firenze sarà uno dei due padrini del colonnello Pepe nel duello con Alfonso Lamartine); i buoni unici del Rossetti e del suo protettore l'ammiraglio sir Graham Moore presso il comandante valsero a far sostituire l'altro in maggior bisogno di un'occupazione lucrativa. Chi gli avrebbe detto che quel passo compiva definitivamente il suo destino?
Il 29 ottobre 1823, dopo otto mesi di dimora a 'Malta, il nostro DE LUCA s'imbarcava sul detto legno in crociera per il Levante, non senza aver preso commiato dal Girardi così scrivendogli:
23 ottobre 1823 Sig. Console. Ho preinteso, che il Governo di S. M. il mio Angu­sto Sovrano Re delle Due Sicilie sentirebbe malamente la mia ulteriore permanenza in Malta. Lungi dal voler penetrare in modo alcuno ne' suoi giudizi, io mi limito ad ubbi­dirlo. Le dichiaro dunque (nella medesima maniera che usai al mio arrivo qui in feb­braio ultimo, quando mi presentai a Lei, com'era doveroso nella Casa del Consolato) che fra quarant'otto ore io partirò sul brig. di S. M. Brittannica Colombina diretto per Levante. La prego di farlo noto al Ministro di S. M. il Re nostro Signore e mi creda costantemente con tutta stima suo obblig. servitore Pietro De Luca.
*) Dalle Memorie del eav. Carlo Merlo dei marchesi di S. Elisabetta, capitano della R. Marina (Livorno, tip. Fr. Vigo, 1865) a p. 58: ... un giorno il Rossetti viene a tro­varmi dicendomi che l'Ammiraglio (sir Graham Moore, quegli che lo salvò in Napoli e lo condusse seco in Malta) ricordandosi di me gli aveva detto che era giunta l'oppor­tunità di ma brigantino da guerra inglese, il cui Comandante cercava un interprete che conoscesse bene l'italiano da poter anche dare lezione a bordo agli uffizioli, e che l'Am­miraglio mi avea anche proposto. Io ne fui lieto e risposi al Rossetti che mi sarei pre> parato ad imbarcare, e gin mi disponeva dopo qualche giorno a lasciar Multa, quando frettoloso ritornò da me il Rossetti dicendomi: Caro Merlo, io ti aveva servito