Rassegna storica del Risorgimento
1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
anno
<
1940
>
pagina
<
28
>
28
Vincenzo Cannaviello
scritto a Raffaele Poerio in Malta concertando con il medesimo sulle maniere di agire, scoppiata che fa la rivoluzione nei Stati Pontifici, colla gigantesca idea che il De Concilia partirebbe per Ancona per indi portarsi negli Abruzzi, nel tempo medesimo che il Poerio doveva disbar-carai nelle Calabrie: ignoro quale riscontro ha datò il Poerio, poiché egli partì per Marsiglia. 8
Frattanto in Corra l'editto del 18 dicembre 1830 del nuovo sovrano Ferdinando II aveva portato la grazia a tutti gli otto Irpini colà residenti. D. MATTEO DE CONCILI, D. CRESCENZO DI STASIO e LUIGI CAPRA-RIELLO furono i primi a partire sul Pi elago La Madonna del Carmine* che sorpreso da forte burrasca fu costretto il 17 febbraio ad ancorarsi nella baia di Santo Stefano di Lecce, e settimane dopo approdò a Barletta. L'avellinese di là parti direttamente per la sua città natale, presentandosi subito all'Intendente; gli altri due per Napoli, presentandosi al Prefetto di Polizia, che li avviò ai rispettivi paesi, predisposta la debita sorveglianza. D.- FELICE DE CÒWCILJ rimpatriò con la famiglia dell'altro graziato D. Carlo Cirillo. Purgato nel Lazzaretto di Barletta il periodo contumaciale, il 6 maggio giunse in Napoli, rimanendovi pochi giorni ospite del fratello giudice della Corte di Appello, e poi parti per Avellino. GAETANO RICCIARDELLI si trattenne ancora a Corfù per definire qualche suo affare economico . NICOLA IMBIMBO, avendo voluto attendere il ritorno del figlio TOMMASO da Cerigo, ritardò sino al 15 giugno del 1831 quando parti insieme con lui e con FILIPPO DE CONCILJ nel veliero La Concezione* che per contrarietà di venti approdò a Barletta anziché a Brindisi. Dopo tanti stenti e tribolazioni l'agognato rimpatrio preparava al vecchio liberale e povero padre nuove amarezze. Lo aspettava in Avellino, oltre la vigilanza della Polizia, l'esproprio della sua bella avita tenuta Il Vasto , adiacente alla collina dei Cappuccini, sulla quale tenuta gravavano tanti debiti, necessari a mandare il bisognevole a loro tre nell'esilio,2) che egli non potè toccare un centesimo della somma di 7356 ducati ricavati dalla vendita; 3> cosi la magnifica
1) Gr. Ardi. Si. JVop., Esteri, espulsi, anno 1831, fase. 3826.
2) È del settembre 1827 una supplica a S. M. di D. Giulia De Benedictis e di D. Gaetana Imbimbo di Avellino moglie e sorella di D. Nicola Imbimbo. Egli vi si diceva da cinque anni trovasi coi suoi figli Giuseppe e Tommaso esiliato in Coifo, e le supplicanti son cadute nell'assoluta mendicità, non avendo alcuno elle possa somministrare loro il vitto giornaliero... Le infelici non hanno altro conforto che le lagrime, quelle che pud tergere solamente una Grazia della M. V. col restituire ai propri lari i disgraziati di Corfù, e ridonare cosi il marito alla consorte, il fratello alla sorella, ed il figlio ad una cadente madre nonagenaria .
3) Arai. Notar. Avellino* Istrumento del notaio Del Perciò, anno 1834.