Rassegna storica del Risorgimento
1820 ; IRPINIA ; EMIGRAZIONE POLITICA
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1940
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Gli Irpird della rivoluzione del 1820 nell'esilio 35
altri che si pubblicavano a Marsiglia: Vomico del Popolo Italiano, che si proponeva diffondere i doveri dei popoli e dei re, e La Giovine Italia, novella bandiera che stringeva attorno a Giuseppe Mazzini il fiore dei profughi del 1821.
Quando nell'agosto del 1832 l'ardente Genovese fu colpito dal decreto di espulsione dalla Francia, e gli esuli connazionali si agitarono per difendere l'apostolo delle loro idee, LORENZO DE CONCILJ, che anelante di azione aveva lasciato Corfù e da due mesi si trovava a Marsiglia, fu uno dei 46 firmatari di quella nobilissima protesta indirizzata al Ministro degli Interni francese, scritta con profondo sentimeato di dignità nazionale e di alterezza. *) Eppure il Governo francese non rimaneva indifferente alle penose condizioni dei proscritti italiani; infatti dava incarico all'esule conte Ferretti di Ancona di far da capo di famiglia ai rifugiati, fica cui il nostro DE CONCILI, il canonico VALENTIN! di Monte' forte, GIORDANO di Montefusco e SEVERINO DE CRISTOFARO di Sum-monte questi dimorava in Orléans regolando e distribuendo un sussidio mensile a seconda dei bisogni di ciascuno; e purtroppo le ristrettezze economiche del DE CONCELJ questa volta vietano al suo orgoglio di rifiutare il soccorso.
Già ogni esule deve sentirsi come un uccello che, tarpato delle ali, non può più librarsi nel libero spazio; mira nostalgicamente all'azzurro del cielo da cui è precluso; anela al nido lontano ove non può innalzare più il suo volo. Se a questa pena, se all'indigenza, alle delusioni politiche si aggiunge anche la perdita di una compagna che è stata la confortatrice, il sostegno nel triste ramingare, dove trova più la forza per sopportare la vita ? Come non accasciarsi, incapace più ad agire ? Come non gli si deve alterare l'equilibrio dello spirito sotto tanto peso di dolori? Tutto ciò avvenne al DE CONCILI quando il 29 settembre 1833 si vide accanto cadavere la sua Margherita, che per dodici anni gli aveva addolcito il pane amaro della terra straniera. Si ritirò egli allora con l'altro sventurato amico, il marchese Nicolai, in un vecchio convento di Certosini, ridotto da più tempo a pubblico ospizio; e Giuseppe Ricciardi nel suo Diario,2) in data Marsiglia 27 ottobre 1836, ci fa sapere che da quella immensa sventura in poi
il poveruomo non a(t?eva) avuto più un'ora sola di bene. Ogni giorno con un suo cagnolino, solo compagno oramai della sua amatissima vita, egli reca(va)si al cimitero
1) L'originale della protesta con la firma autografa IJ. de ConciIj è nelle Carle Melegari. acquistato dallo Stato, custodite nel Museo centrale del Risorgimento di Roma.
2) Cfir. G. RICCIABDI, Memori autografe di un ributto (Parigi, 1857).