Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI GIUSEPPE
anno <1917>   pagina <295>
immagine non disponibile

Giuseppa Lamberti sulla via dell'esilio 295
ripresentò a lui, annunziando che la Guardia civica era impaziente di alzare la bandiera a tre colori, bianca, rossa e verde, e chiedeva che le fosse accordato. Il Malaguzzi rifiutò e minacciò di dimettersi; ma prima di mezzogiorno, la bandiera, recata in carrozza pomposa­mente dalla stessa Sidoli al corpo di guardia del palazzo del Podestà, fu innalzata alla ringhiera del Comune, iniziando con quell'atto il nuovo governo, che fu proclamato all'istante, eleggendosi a capo il padre, senatore Iacopo Lamberti. Giuseppe era assente; tornò e fu eletto ufficiale della Guardia civica; onde anela'egli partecipò al moto di ribellione; e i due fratelli partirono poi la mattina del 6 di marzo colla spedizione militare, che doveva condurli all'esilio in Francia; Giuseppe aveva ottenuto il grado di capitano di Stato Maggiore.
Naturalmente insino ad oggi si è ignorato e si ignora quando e per quale via giungessero a Marsiglia'. Perciò ha somma importanza il diario autografo di lui, rinvenuto fra le carte che sfuggirono agli artigli della polizia estense e che ho avute in esame, col consenso di publicarlo dalla cortesia delle due sorelle figlie di Sofia, Virginia For-naciari e Giuditta ne' conti Donelli Berti. Anzi del Diario esistono due esemplari; uno segnato a matita, giorno per giorno, di note brevi, incisive, nervose; l'altro riscritto a inchiostro, e ricopiato identico col manifesto proposito di tracciare sugli appunti un commentario sin­cero e vissuto.
Ma per intenderli occorre che io ricomponga la narrazione di quegli eventi, insino ad oggi arridati al racconto incompleto e som­mario fattone dal generale Zucchi nelle Memorie della sua vita : nar­razione, che io posso scrivere con curiosa novità di particolari, di su tre lettere ignote del doti Binali! o Belloii, anch'egli della colonna del generale Zucchi, e che insieme col Lamberti andò esule in Francia.
Figlio del dott. Cristoforo Belloii, condannato dal Tribunale sta­tario di Rubiera a- tre anni di carcere, Rinaldo non fu degenere dal padre. Cospiratore con Ciro Menotti, non si trovò presente nella casa di lui la sera del 3 febbraio, perchè due ore prima dell'assalto, venne arrestato al ritorno da Reggio, dove aveva recato l'ordine di anti­cipare l'insurrezione. Liberato tre giorni dopo 'dai rivoluzionari mo­denesi e bolognesi, si arrolò coi soldati che il generale Zucchi rac­colse nei territori di Modena e di Reggio, e ne segui le fortune. Esule a Parigi vi esercitò con grande plauso la medicina, meritando onori e medaglie dinante le epidemie coleriche del 1849 e 1863 ; e quando dopo mezzo secolo ritornò in Italia, prese dimora nella villa di S. Ruffino, presso Scandiano, dove dalla metà del settecento risiedeva la sua famiglia. Fu allora che il cav. dott. Gian Battista Venturi, patriotta insigne, amico intimo di lui, che lo aveva visitato