Rassegna storica del Risorgimento

LAMBERTI GIUSEPPE
anno <1917>   pagina <297>
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Giuseppe Lamberti sulla via àètl'esiUo 207
e fu forza deporlo . Undici giorni restarono fermi a Bologna, durante i quali la nuova truppa, formata dalla guardia nazionale e dai sol­dati di linea, raccolti nei territori di Modena e di Reggio, non fece che delle manovre di semplici movimenti militari I Bolognesi, rac­conta il Belloli, essendosi pronunciati in favore di Zucchi, il cardi* naie Consalvi fu costretto di battere in ritirata sopra Roma, e seco pure parti il generale Armandi, che comandava la forza armata e si faceva credere liberale. Lo Zucchi, dando troppo ascolto alle proteste di questo generale lo incaricò di due misure importanti : l'ima di fare eseguire dei lavori di terrapieno alla Cattolica per un primo scontro coi tedeschi, e l'altra di mettere Ancona in istato di difesa. Né l'ima né l'altra cosa furono eseguite .
Il generale, disposta alla meglio la ritirata sopra Ancona, prese la via di Gaslelbolognese, dove effettivamente, secondo egli narra, prese il comando di tutte le truppe, che giungevano disordinatamente dai vari punti minacciati, e per la via di Faenza e Forlì mosse a Cesena.
A Forlì, dove si pernottò, continua il Belloli, vi si scontrò il giovine pretendente Luigi Napoleone, accompagnato dalla madre e dal fratello, il quale, essendo caduto infermo, dovette rimanere in città e poscia emigrare in Inghilterra. Proseguendo il maresciallo Zucchi la ritirata, passando di città in città, fu incalzato da vicino dai tede­schi che si avanzavano in due colonne, l'ima che ci seguiva, l'altra che costeggiava il mare. A Cesena si ebbe il riposo di una giornata e mezzo ; ma poscia si può dire che tutta la colonna nòstra lece d'un tratto in una sola tappa il percorso da Cesena a Fano. Di vero in Ri­mini si stette poche ore ed a Pesaro cinque, per la colazione e poco riposo.
In Rimini si può dire che il nostro generale fu sorpreso dalia colonna del nemico che veniva lungo la spiaggia del mare, e con la quale vi fu uno scontro irregolare. Lo Zucchi, non essendo stato bene ragguagliato, ignorava le forze del nemico, e per tema*di soccombere in un combattimento in campo aperto, ordinò tosto la ritirata. Se in­vece avesse opposto le truppe di cui disponeva, avrebbe dato una pie-cola battaglia con sicurezza di vincere. Difatti i tedeschi si presentarono in pìccolo numero, cioè in meno di una brigata con soli duepezzi di ar­tiglieria e dei razzi alla congréve. Ma furono arrestati e quasi battuti da alcuni gruppi di volontari mal comandati, e da un sol pezzo d'ar­tiglieria puntalo dal valoroso Vendemiati, un anziano dell'armata d'Italia ai tempi di Napoleone. Lo Zucchi aveva seco, oltre i volon­tari Reggiani, Modenesi, Bolognesi e Romagnoli, un magnifico squa­drone di di-agoni, detti della Regina, la truppa di linea che si era re­clutata a Reggio e a Modena, un sette od ottocento armati, più un reg-